Sabato 2 marzo 2013 oltre un milione di portoghesi sono scesi in strada per protestare contro le dure misure economiche decise dal governo e per chiedere la fine della politica di austerità.
La delegazione mandata in Portogallo dalla troika (Unione Europea, Fondo Monetario Internazionale e Banca Centrale Europea) per valutare le riforme del governo non è stata accolta bene dai manifestanti.
Il governo ha cominciato a imporre tagli per ridurre il deficit due anni fa, dopo un “salvataggio” di settantotto miliardi di euro concesso dalla troika, ma ora Lisbona vorrebbe abbassare gli obiettivi di riduzione del debito, giacché l’austerità mina la crescita economica e la disoccupazione ha superato la cifra record del 17%. Quest’anno le cose potrebbero peggiorare ancora, visto che il governo intende aumentare le tasse e varare tagli per quattro miliardi di euro.
Molti sostengono che vada trovata un’alternativa, ma che la crescita potrà avvenire solo insieme ai vicini del Portogallo.
Le manifestazioni hanno coinvolto più di quaranta città in tutto il paese. Secondo molti osservatori la gente ha ritrovato lo spirito rivoluzionario del 1974 , rievocando il colpo di stato che mise fine a quarant’anni di dittatura.