Cammineremo in Val di Susa sventolando la bandiera della nonviolenza che Aldo Capitini creò per la marcia per la pace Perugia-Assisi, convocata sulle orme di San Francesco e sul modello della marcia del sale di Gandhi.
Cammineremo in maniera serena ma determinata, anche disposti a soffrire per l’affermazione di ciò che riteniamo giusto, rifiutando la violenza e utilizzando la nonviolenza.
Cammineremo per ringraziare il popolo della Val di Susa della forza e della lucidità con cui in oltre vent’anni ha resistito per la salvaguardia della sua terra e per noi tutti.
Cammineremo per chiedere ai governanti dell’Unione Europea di rivedere il progetto del Treno ad Alta Velocità in Val di Susa, per non sperperare in grandi opere inutili i soldi di tutti noi e per tornando ad essere l’Europa dei cittadini e dei popoli che immaginò Altiero Spinelli, la grande speranza di pace e cooperazione a cui non vogliamo rinunciare.
Cammineremo per chiedere a partiti e governi di Italia e Francia di ritrattare l’accordo: perché evidenzino che governabilità degli scenari complessi non implica ottusità e arroganza nel portare a tutti i costi a termine scelte che in vent’anni si sono rivelate sbagliate; affinché dimostrino che la politica non è il problema ma la soluzione ai grandi problemi a cui andiamo incontro; perché ribadiscano che la violenza diretta non è mai “la continuazione della politica”; e che non fa che generare altra violenza.
Cammineremo per chiedere a noi stessi e alle forze dell’ordine di garantire l’isolamento preventivo di eventuali provocatori, che conoscono solo il linguaggio della violenza perché non hanno altri argomenti e sono i nemici oggettivi del movimento e delle istituzioni democratiche.
Cammineremo per chiedere ai giornalisti di fare semplicemente il loro lavoro, raccontando a tutti il bello e il buono che ci sarà nella manifestazione e facendo le inchieste sulle grandi opere, sui costi, sui danni ambientali e alla salute, senza timore dei poteri forti che finanziano alcuni dei loro giornali; essi sono i mediatori essenziali tra gli abitanti della Val di Susa e l’opinione pubblica italiana.
Cammineremo per cercare il dialogo fra tutti i protagonisti di questo difficile confronto: valsusini, manifestanti, politici, governi locali, governo nazionale, governo europeo, giornalisti, opinione pubblica. La nonviolenza è lo strumento di lotta per trovare la soluzione per il bene di tutti, del territorio e delle generazioni future.