Ho il piacere di fare il “giornalista dilettante” da circa 40 anni. Qui a Pressenza siamo tutti volontari, non ci paga nessuno, nemmeno il Movimento Umanista a cui molti di noi appartengono (peraltro forse il movimento più povero del mondo). Peggio, una volta all’anno facciamo una colletta tra di noi per pagarci il server e le piccole spese di un’agenzia on-line.
Dico questo perché questa condizione mi mette in una particolare situazione: poter dire quel che mi pare senza altro legame che quello con la mia coscienza.
In questi giorni, quaggiù in Italia, stiamo assistendo a un interessante fenomeno: la caccia giornalistica al grillino.
Oltre a fare il giornalista per diletto, ho fatto anche varie volte l’ufficio stampa, sempre per diletto, di qualche candidato o di qualche manifestazione umanista. Ricordo alcune cose risibili: quando gli umanisti riunirono al Palasport di Firenze 5.000 persone provenienti da ogni angolo della terra per il Primo Congresso dell’Internazionale Umanista, uscì solo un articolo di 6 centimetri quadrati; sul medesimo giornale ci fu, il giorno prima, un’intera pagina dedicata al concerto tenuto sempre a Firenze da una cantante per bambini . Quando l’équipe base della Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza è passata insieme a migliaia di persone per le vie di Firenze non c’era nemmeno una telecamera del telegiornale regionale.
Quando i signori giornalisti ritengono che tu non sia una notizia tu non sei una notizia.
Questo procedimento non ha colore: non fai parte della banda “Potere & Soldi” quindi non sei una notizia. Umanisti, grillini, Cavalieri del Nulla.
Nello specifico quest’anatema ha colpito anche i grillini i quali, sfortunatamente per i nostri amici giornalisti, hanno preso più voti di quelli che “dovevano prendere” e quindi sono diventati, gioco forza, una notizia ineludibile.
Quando non si può ignorare qualcuno c’è la seconda soluzione: degradare. Così stiamo assistendo alla vivisezione dei blog di Beppe Grillo e soci alla ricerca di qualcosa di non politicamente corretto e alla spasmodica ricerca di onesti commentatori di ogni parte che commentino qualunque cosa per mettere in cattiva luce il grillino di turno. Che peraltro spesso incappa in dichiarazioni discutibili.
Ovviamente nella speranza che, prima o poi, i poveretti tornino o a fare quello che fanno gli altri (gravissimo provare a fare qualcosa di diverso) o perdano, grazie alla campagna di denigrazione, un po’ di consensi.
Questo modo di fare rattrista molto chi, come me, crede nel giornalismo e nella sua possibilità di raccontare la realtà da un punto di vista. Noi facciamo giornalismo umanista. Il nostro valore e la nostra preoccupazione centrale sono l’essere umano, concreto, sofferente.
Oggi, per esempio, dal nostro particolare punto di vista, la notizia più importante e quella della partenza dal nostro mondo del Presidente Hugo Chavez, che tanto ha fatto affinché i suoi concittadini (e non solo loro) potessero vivere in condizioni sociali, economiche, sanitarie migliori. Quel Chavez che alcuni giornalisti si ostinano a descrivere come un dittatore, quando ha vinto numerose elezioni e referendum che le istituzioni internazionali hanno certificato come perfettamente democratici, ha resistito a un colpo di stato, non ha mai represso né messo in galera alcun oppositore. Aspettiamo che i nostri amici sudamericani ci mandino articoli più circostanziati per spiegarlo ed onorarlo di fronte al pubblico europeo, orfano di una sezione esteri decente sui principali media europei.
Nei giorni scorsi, invece, ci aspettavamo che ci si occupasse della conferenza di Oslo sul nucleare, notizia coperta solo da noi e da PeaceLink (fa fede Google News, controllate). Ma come spiegato prima, mancavano alcuni dei protagonisti dell’escalation nucleare, quelli importanti. E se, per volontà o per caso, qualcuno lancia la bomba…
Il nostro giornalismo è un giornalismo di informazione e formazione e cerca di cogliere ciò che viene occultato: i tremendi problemi legati alla proliferazione degli armamenti, la povertà in aumento nel mondo, la truffa neoliberista che cerca di accalappiare paesi poveri e ricchi sotto il giogo della speculazione finanziaria, la terribile discriminazione che subiscono le persone per essere nate in un certo posto, con un certo colore di pelle, un certo sesso, una certa religione. Al tempo stesso cerchiamo di dare peso a tutti coloro che si sforzano di cambiare questo mondo verso valori che promuoviamo: la nonviolenza, la convergenza delle diversità, le nuove soluzioni economiche, ecologiche, educative, il progresso tecnologico a favore della salute di tutti ed un lungo eccetera.
In questo senso la nostra direttrice, Pia Figueroa, ha mandato delle domande a Beppe Grillo e al suo movimento; domande non cretine, ma sui temi che ci interessano: il disarmo, la nonviolenza, cosa pensa dell’essere umano, della discriminazione, ecc… Gliele ha mandate dal suo blog, riempiendo il form come qualunque altro cittadino, senza cercare scorciatoie ed amici compiacenti.
Ci auguriamo che ci risponda. Nel frattempo ci sforziamo di parlare di quello che sentiamo coerente e necessario parlare: si accettano suggerimenti.