Domenica 10 marzo 2013 decine di migliaia di persone hanno manifestato in tutta la Spagna con l’unico obiettivo di esprimere il loro scontento per l’alto tasso di disoccupazione, gli scandali economici e la corruzione del governo di Mariano Rajoy.
Madrid e altre 60 città hanno vissuto una giornata di manifestazioni promosse da 150 organizzazioni, tra cui i sindacati che rappresentano i lavoratori delle industrie edili e automobilistiche e della televisione, dei servizi sanitari e di polizia, le Commissioni Operaie e l’Unione Generale dei Lavoratori (UGT).
Si calcola che oltre 300.000 persone abbiano partecipato alle proteste di questa domenica, di cui 66.000 in Catalogna, 50.000 a Madrid, 30.000 a Valencia e 20.000 nelle Asturie.
Secondo l’UGT, uno dei maggiori sindacati spagnoli, le manifestazioni sono state convocate per esprimere il rifiuto dei tagli attuati in campo sociale e lavorativo dal Partito Popolare (PP) e per chiedere lavoro e democrazia. Secondo il portavoce dell’ UGT, Cándido Méndez, la maggioranza della gente rifiuta le politiche di austerità del governo, che hanno causato miseria, sfratti e suicidi.
“Contro la disoccupazione, sei milioni di ragioni” e per “una democrazia sociale e partecipativa”, si leggeva sugli striscioni e i cartelli degli indignati per la disoccupazione, il lavoro precario, lo smantellamento dei servizi pubblici e i tagli alla sanità e all’istruzione.
In Spagna il tasso di disoccupazione ha raggiunto il 26 % della popolazione attiva e l’economia subisce la seconda recessione in tre anni, con molti giovani laureati e professionisti che emigrano per cercare lavoro in altri paesi.