Le donne tunisine riunite nel Forum Sociale Mondiale hanno lanciato un appello alla lotta per evitare che nella tappa post-rivoluzionaria il “fondamentalismo islamico si appropri e controlli” i loro corpi.
Nella prima giornata dell’evento globale anticapitalista, che si tiene nella culla della primavera araba, un migliaio di femministe hanno esortato le donne del mondo a continuare a “combattere la violenza sessista”, dopo aver denunciato che “nelle rivoluzioni arabe la lotta delle donne è stata trascurata”.
“Opponiamoci tutte insieme al patriarcato dominante e a tutte le forme di fondamentalismo e integralismo che puntano ad appropriarsi e a controllare il nostro corpo”, hanno dichiarato le attiviste riunite nel Campus dell’Università di Tunisi El Manar, rifiutando anche il capitalismo selvaggio e “qualsiasi modello sociale basato sulla cosificazione, l’emarginazione e la violenza”.
La donna al centro del dibattito
Il ruolo della donna è al centro del dibattito politico dopo le rivoluzioni che hanno trasformato il mondo arabo negli ultimi due anni; sarà pertanto discusso nelle numerose riunioni e nei seminari previsti all’interno del Forum fino al prossimo 30 marzo.
In Tunisia la donna gode di diritti unici nella regione del Magreb da quando il primo presidente tunisino, Habib Bourguiba, promulgò nel 1956 il Codice di Statuto Personale, che instaurava la parità tra i sessi in molti settori. L’arrivo al potere del partito islamico Ennahda e la pressione dei gruppi radicali salafiti ha però generato nelle donne il timore di perdere le conquiste degli ultimi decenni.
Traduzione dallo spagnolo di Anna Polo