Che le sue banche siano salvate o no dalla BCE, la Spagna resterà in crisi. La situazione ha probabilità di diventare peggiore sotto la guida dell’attuale governo di destra di Mariano Rajoy che sembra incapace di andare oltre i principi politici neoliberali del FAES, il gruppo di esperti del Partido Popular presieduto da José Maria Aznar, ex presidente della Spagna dal 1996 al 2004.
Un titolo del New York Times del 15 novembre 2012 era “Spagna: nuove regole limitano gli sfratti”, con l’articolista che affermava correttamente che i giudici spagnoli avevano emesso 350.000 ordinanze di sfratto dall’inizio della crisi. Questa cifra significa che tra 1,5 e 2 milioni di persone sono state sfrattate, cioè circa il 3 o 4% della popolazione totale della Spagna.
Vediamo cosa significa esattamente questa crisi per la popolazione spagnola e confrontiamo le diverse soluzioni offerte dal governo, da una parte, e dalle organizzazioni dei cittadini, dall’altra.
La situazione attuale
Statistiche
Mentre scrivo, più del 26% della forza lavoro è attualmente disoccupata, il 22% delle famiglie vive sotto la soglia della povertà e il 25% della popolazione è minacciato di esclusione sociale. Ci sono stati circa 350.000 sfratti dall’inizio della crisi, nel 2007, e attualmente hanno luogo 532 pignoramenti al giorno. Ciò che queste statistiche non dicono sono i tremendi effetti psicologici di disperazione sul popolo spagnolo, mentre molti temono per il futuro e non vedono soluzioni alla crisi.
La legge del 1909 sui mutui ipotecari
Sembra che una vecchia legge spagnola, del 1909, sui mutui ipotecari dia alle società finanziarie il diritto di cacciare di casa una famiglia e poi di esigere il debito residuo. E’ probabilmente molto difficile da capire per chi non abbia familiarità con il sistema legale spagnolo, perciò consentitemi di spiegare come funziona.
Se scoprite di non essere più in grado di rimborsare il vostro mutuo, la vostra prima esperienza della procedura di pignoramento consisterà nell’essere contattato da un impiegato della banca (per telefono, se siete fortunati, o semplicemente mediante un messaggio di una segreteria telefonica, se non lo siete) che vi rimprovererà di essere un “debitore moroso”. Dopo da pochi mesi a un anno, quando un giudice avrà finalmente deciso quanto dovete alla banca, la vostra casa sarà venduta all’asta. Tuttavia la sola parte interessata all’acquisto della vostra casa è la banca stessa che, in base alla legge sui mutui del 1909, pagherà soltanto il 60% del suo valore.
Così, potete immaginare le conseguenze? Lasciate che vi fornisca un esempio.
Immaginate di dovere 80.000 euro alla società finanziaria. Non siete in grado di pagare e così un giudice decide di vendere all’asta la vostra casa per 100.000 euro. Potreste pensare: “Bene, posso rimborsare il dovuto”. Sbagliato. La società finanziaria parteciperà all’asta e molto probabilmente pagherà soltanto il 60% del valore, cioè 60.000 euro. Questo lascia 20.000 euro di debito non rimborsato e questo è quanto voi dovrete pagare, più spese amministrative, più interessi, cosicché in realtà finirete per dovere 40-50.000 euro alla società finanziaria.
Questo è quanto è successo a 350.000 famiglie dall’inizio della crisi e questo è quanto un altro milione di persone si trova oggi ad affrontare in Spagna.
L’opinione del mondo
Il 10 agosto 2012 l’ONU ha pubblicato un rapporto “sugli alloggi adeguati” della signora Raquel Rolnik, Speciale Relatore dell’ONU. In tale rapporto è interessante vedere come lei isoli la Spagna, tra altre nazioni quali gli USA e l’Irlanda, per una politica degli alloggi particolarmente aspra. La Rolnik afferma che i governi spagnoli non hanno mai tentato sinceramente di riformare la politica degli alloggi a favore della popolazione, nonostante l’articolo 47 della Costituzione Spagnola [1] affermi esplicitamente che “tutti gli spagnoli hanno diritto di avere un alloggio decente e adeguato”. Invece i governi spagnoli, sia di destra sia di sinistra, hanno sempre perseguito una politica degli alloggi che favorisce le élite e le imprese finanziarie e industriali.
L’8 novembre 2012 l’avvocato generale della Corte Europea di Giustizia, Julianne Kokott, ha dichiarato che “le leggi spagnole sono ‘incompatibili’ con la Direttiva Europea 93/13 sulle clausole contrattuali vessatorie” [2]. A oggi, alcuni giudici hanno annunciato che non proseguiranno le attuali cause di pignoramento fino a quando il sistema legale spagnolo non sarà riformato e reso compatibile con la direttiva europea 93/13 sui diritti dei consumatori.
Moralità e legittimità
C’è da chiedersi che genere di legittimità morale abbia un governo quando è responsabile di amministrare un sistema in cui intere famiglie, inclusi vecchi, bambini e invalidi sono cacciati di casa e precipitati in debiti non rimborsabili. Un governo non dovrebbe provvedere al suo popolo? Non dovrebbe proteggere i propri cittadini?
L’articolo 47 della Costituzione spagnola del 1978 fu creato per dare al popolo spagnolo il diritto a una casa decente e adeguata. Ha fatto eco all’articolo 25 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo che afferma: “Tutti hanno diritto a un tenore di vita adeguato alla salute e al benessere propri e della propria famiglia, compresi cibo, abbigliamento, alloggio e assistenza medica e servizi sociali necessari, e diritto alla sicurezza nel caso di disoccupazione, malattia, invalidità, vedovanza, vecchiaia o altre mancanze di mezzi di sussistenza in circostanze al di là del loro controllo.”
Qualsiasi cosa possano dirne i ministri e i politici, il governo spagnolo ha il potere e la capacità di cambiare l’attuale legge sulla casa. Chi, dopotutto, è responsabile dell’applicazione della Costituzione Spagnola? Oppure, ci si chiede, il governo spagnolo è in realtà orgoglioso di contravvenire deliberatamente alla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo e alla sua stessa Costituzione?
Cos’altro è necessario, istituzionalmente, per fermare questo disastro?
Governo e cittadini
Il 9 marzo 2012 l’attuale ministro dell’economia (e consigliere, tra il 2006 e il 2008, della Lehman Brothers in Europa e direttore della sua controllata bancaria in Spagna e Portogallo), Luis De Guindos, ha lanciato un “Codice di buona condotta” facendo appello alla buona volontà delle società finanziarie perché smettano di sfrattare chi si trovi nelle situazioni maggiormente precarie. Nonostante la sua presumibilmente grande familiarità con la natura delle società finanziarie, De Guindos sembra aver piuttosto sovrastimato il loro potenziale di “buona volontà” nei confronti delle persone in carne e ossa. E’ certamente assolutamente chiaro che, contrariamente al “codice di buona condotta”, gli sfratti sono in realtà aumentati da 517 a 532 al giorno tra marzo e novembre.
Nel novembre del 2012, in seguito alle proteste e alle rimostranze delle organizzazioni dei cittadini, dei sindacati di polizia, delle associazioni dei giudici e degli avvocati e alla pubblicazione sui media di numerosi casi di suicidio [3], il governo ha lanciato un secondo decreto per fermare gli sfratti contro (di nuovo) le persone nelle situazioni più precarie [4]. Tuttavia ciò di cui il governo di Mariano Rajoy non tiene conto nel suo decreto è della vasta maggioranza della popolazione colpita. Quasi tutti quelli che hanno subito lo sfratto possono essere definiti in una “situazione precaria”, ma la loro situazione non è considerata precaria abbastanza da trarre beneficio dalla protezione prevista dal decreto. Ad esempio nessuno dei suicidi indagati dai media era in situazioni sufficientemente “precarie” per potersi avvalere di questo decreto.
Quali sono le soluzioni necessarie?
Dal 2007 un gruppo di cittadini di Barcellona ha avviata la Plataforma de Personas Afectadas por la Hipoteca (Piattaforma delle vittime dei mutui ipotecari). Nel 2012 quest’organizzazione si è diffusa in tutto il paese. Lo scopo di questa piattaforma consiste nell’aiutare le persone con informazioni, competenze, fiducia e sostegno a rendere visibile la situazione in Spagna e in tutto il mondo. Nel breve termine, lo scopo consiste nel chiedere al governo di votare una legge per fermare gli sfratti, cancellare ogni debito una volta che la casa sia trasferita alla banca e creare un affitto sociale basato sul reddito.
L’esistenza di questa piattaforma ha dimostrato quanto sia importante la pressione pubblica e quanto efficiente possa essere la gente quando si organizza. Tutti i piccoli cambiamenti introdotti dal governo sono stati frutto della pressione pubblica. Il governo di Mariano Rajoy sembra incapace di reagire costruttivamente alla crisi e le soluzioni attuabili che sono state proposte provengono da organizzazioni di base come la Plataforma. La speranza esiste soltanto quando si hanno reali alternative che si sa essere possibili da realizzare. E questo è esattamente quanto la Piattaforma delle Vittime dei Mutui Ipotecari sta offrendo al popolo spagnolo: vere ALTERNATIVE a breve termine.
Non c’è altro modo per trovare una soluzione socialmente giusta alla crisi degli alloggi: il popolo deve reagire unito alla crisi e organizzarsi al fine di influenzare il processo politico. Ho appena mostrato alcuni modi in cui si può cominciare ad avere successo.
di David Marty
Note
[1] L’articolo 47 della Costituzione Spagnola afferma: “Tutti gli spagnoli hanno diritto di avere un alloggio decente e adeguato. Le pubbliche autorità promuoveranno tutte le condizioni necessarie e creeranno parametri appropriate al fine di rendere effettivo questo diritto, regolando l’uso dei terreni in conformità all’interesse generale al fine di impedire speculazioni. La comunità riceverà una quota dei benefici derivanti dalle politiche di pianificazione urbana degli organismi pubblici.”
[2] www.murciatoday.com/pm-promises-change-after-another-spanish-eviction-suicide_13727-a.html
[3] http://www.diariovasco.com/20121026/mas-actualidad/sociedad/nueve-personas-suicidan-cada-201210261241.html; questo articolo spiega le conclusioni del Congresso Nazionale di Psichiatria tenutosi dal 25 al 28 settembre 2012 a Bilbao. Un terzo dei suicidi è causato direttamente dalla crisi.
[4] http://www.rte.ie/news/2012/1113/spain-suicide-evictions.html
Fonte: http://www.zcommunications.org/who-is-rescuing-the-spanish-people-by-david-marty
traduzione di Giuseppe Volpe
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