Bradley Manning, il soldato responsabile dell’enorme fuga di notizie pubblicate su Wikileaks, è in prigione in attesa di processo da quasi 1.000 giorni per aver denunciato crimini di guerra, corruzione e abusi.
Il 23 febbraio 2013 la campagna “Free Bradley Manning” organizzerà in tutto il mondo manifestazioni di solidarietà per sostenere Bradley, che tra il 26 febbraio e il 1° marzo dovrà presentarsi a un’udienza preliminare.
Secondo la Bradley Manning Support Network, “Il giudice Denise Lind prenderà una decisione riguardo alla mozione presentata dalla difesa, che chiede di lasciar cadere le accuse per la mancanza di un processo rapido. L’avvocato difensore David Coombs ha esposto tutti i modi in cui il governo ha violato il Quinto e Sesto Emendamento, la Regola 707 della Corte Marziale e l’articolo 10 del Codice Militare, rimandando così a lungo il processo. La pubblica accusa avrebbe dovuto incriminare Manning nel giro di 120 giorni e invece ne ha impiegati più di 600. Avrebbe anche dovuto attivarsi durante tutto il procedimento, ma Coombs ha dimostrato lunghi periodi di inattività e inutili rinvii. I diritti processuali di Bradley sono stati chiaramente violati. L’unico rimedio legale è quello di lasciar cadere le accuse.”
Manning può patteggiare, dichiarandosi colpevole di alcuni reati minori, che potrebbero costargli una condanna a vent’anni di prigione.
Quando finalmente si aprirà il processo, la sua detenzione sarà durata ben più di 1.000 giorni. Le manifestazioni negli Stati Uniti, a Vancouver, Londra, Berlino, Roma e molti altri luoghi puntano a denunciare la terribile ingiustizia che Bradley sta subendo per aver seguito la sua coscienza.
Julian Assange, fondatore di Wikileaks, è chiuso da oltre 240 giorni nell’ambasciata dell’Ecuador a Londra, dove ha chiesto asilo.
Traduzione dall’inglese di Anna Polo