Negli ultimi anni si è acuita la sensazione  di vivere in un Paese senza futuro.

Decenni di gestione irresponsabile della cosa pubblica hanno reso precaria una generazione intera, messo in ginocchio l’economia, impoverito le famiglie, contaminato vaste regioni del Paese, approfondito la distanza tra la gente e la classe politica. Un tessuto sociale sempre più disgregato  e una classe dirigente e politica incapace di leggere la realtà e di rispondere alle domande poste dalla crisi sono gli elementi del quadro che abbiamo di fronte.

La necessità di un cambiamento è avvertita dalla società ed evocata dalle forze politiche.

Come organizzazione sociale impegnata da anni in percorsi di articolazione di proposte e alternative, percepiamo come in questo momento storico il ruolo della società civile organizzata, con il suo portato di saperi e progettualità, sia centrale nell’ideazione e nell’implementazione di un processo di transizione reale.

La prospettiva è la costruzione di condizioni materiali di benessere, di “buon vivere”, su scala nazionale e globale. L’unica via percorribile in tal senso e’ un processo a tappe serrate, finalizzato allo sviluppo di un paradigma fondato sulla giustizia sociale ed ambientale, sulla redistribuzione della ricchezza, sulla tutela integrale dei diritti, sull’affermazione di una democrazia quanto più sostanziale e partecipata. Una sfida volta a ridefinire bisogni, aspirazioni e stili di vita, che non soltanto vogliamo, ma dobbiamo intraprendere.

Le priorità disegnate dalle organizzazioni sociali che vivono i territori tracciano l’agenda reale del paese:processi di redistribuzione reali, riconversione produttiva, politiche fondate su una visione ecologica integrata, promozione di forme economiche solidali.

In questa ottica, auspichiamo un’azione istituzionale che si alimenti di analisi, informazioni e riflessioni provenienti dalla società civile, e che le recepisca nell’elaborazione delle politiche pubbliche.

Di seguito alcune delle proposte, realizzabili nell’immediato, che rivolgiamo ai candidati a Camera, Senato, Regioni e Comuni e sulla base delle quali lavoreremo per l’instaurazione di un dialogo programmatico.

DIRITTO alla SALUTE

Istituzione di osservatori indipendenti e sportelli locali sui conflitti ambientali con focus su Salute, Ambiente e Lavoro, per fornire un servizio informativo alla cittadinanza e un supporto alle iniziative di controllo delle attività industriali particolarmente inquinanti.

Utilizzo della ricerca partecipata e dell’ Epidemiologia popolare come strumenti di formazione, informazione e pressione per l’indirizzo delle politiche pubbliche e l’istituzione di strumenti di monitoraggio tra cui il registro regionale dei tumori.

RICONVERSIONE

Promozione, attraverso l’istituzione di un Fondo per la riconversione produttiva e altro economicadi percorsi formativi per lavoratori e cittadini in grado di fornire strumenti professionalizzanti per lo sviluppo di competenze trasversali nell’ambito delle produzioni ecologicamente e socialmente sostenibili.

Promozione di tavoli di consultazione e pianificazione partecipata di stakeholder a livello locale che coinvolgano sindacati, forze produttive, organizzazioni sociali attive e amministrazioni pubbliche nel disegno di processi di riconversione produttiva ed energetica del tessuto locale, attraverso l’utilizzo e l’implementazione di strumenti tra cui il SEAP, Piano di Azione per l’Energia Sostenibile, promosso dalla Commissione Europea e attuabile a livello locale.

COOPERAZIONE e TERZO SETTORE

Nuovo impulso alle politiche di cooperazione decentrata e di solidarietà internazionale a partire dal monitoraggio delle politiche internazionali e dall’analisi degli impatti delle politiche di sviluppo per promuovere il sostegno a comunità e realtà locali impegnate nella difesa dei diritti umani e delle risorse dei  territori. Promozione di politiche a sostegno dell’indipendenza del settore della cooperazione dai fondi stanziati dalle grandi imprese.

Esonero di associazionismo e terzo settore dalle conseguenze del pareggio di bilancio, agevolazioni a prestiti e liquidazioni per consentirne la sopravvivenza e alleggerimento del peso fiscale del costo del lavoro sulle piccole strutture no profit schiacciate da oneri finanziari.

PARTECIPAZIONE E CONTROLLO SOCIALE

Una considerazione a parte merita la partecipazione, che non è una tematica in sé, ma un modus operandi, una metodologia trasversale che dovrebbe permeare i processi di adozione di politiche pubbliche attraverso l’introduzione di strumenti efficaci. In tal senso A Sud ha sperimentato sul territorio della Provincia di Roma una metodologia di ricerca partecipata utilizzando l’Indice di Giusta Sostenibilità (IGS), che misura il grado di affinità delle realtà sociali operanti sul territorio con le tematiche ricondicibili al campo della giustizia sociale e ambientale. Un tipo di ricerca che permette di disegnare una mappatura tematica e interconnessa di attori sociali, potenziali partner delle pubbliche amministrazioni per la progettazione e l’implementazione di politiche realmente partecipate nei diversi ambiti di attività.

Sulla base di questi punti, A Sud lavora e continuerà a lavorare, mettendo a disposizione le proprie idee e competenze per contribuire alla costruzione di questo disegno, attraverso relazioni di dialogo, confronto e costruzione congiunta di proposte con forze politiche o singoli rappresentanti, che a livello locale e nazionale sposino la necessità di un cambio di passo urgente nella direzione sin qui descritta.

A Sud sta incontrando in queste settimane alcuni dei candidati che si presenteranno alle prossime elezioni sottoponendo loro le proposte e le richieste sopra enunciate: crediamo sia fondamentale un pronunciamento da parte di tutte le forze politiche sulla necessità di inaugurare un vero processo di cambiamento del modello sociale ed economico e sui passi concreti che si intende compiere per realizzarlo. E per rimettere finalmente al centro il futuro di noi tutti.

 Associazione A Sud

http://asud.net/