All’apertura della 22a sessione del Consiglio per i Diritti Umani dell’ONU (UNHRC) a Ginevra, l’Associazione per i Popoli Minacciati (APM) ha chiesto maggiore tutela per le minoranze vittime dei conflitti dimenticati. Mentre i mezzi di informazione di tutto il mondo riportano le sofferenze patite dalla popolazione civile siriana, nessuno informa del fatto che da dieci mesi il Sudan nega alle organizzazioni umanitarie l’accesso alla regione del Sud-Kordofan nonostante la risoluzione 2046 del Consiglio di Sicurezza dell’ONU del 2 maggio 2012 imponga al Sudan di rendere immediatamente possibile l’accesso degli aiuti umanitari alla regione in conflitto del Sud-Kordofan. Alcuni altri paesi in cui la tutela delle minoranze lascia molto a desiderare sono il Pakistan, la Cina e la Birmania.
L’APM critica il Consiglio per i Diritti Umani dell’ONU accusandolo di prendere atto solo parzialmente delle violazioni per i diritti umani in corso. Mentre da un lato – giustamente – vi sono sedute speciali per la situazione in Medio Oriente, il Consiglio non sembra essersi accorto che da aprile 2012 quasi 800.000 persone sono in fuga da una nuova escalation di violenza nella Repubblica Democratica del Congo. Il governo congolese nega a osservatori indipendenti l’accesso al paese ma ciò nonostante l’UNHRC non nomina nemmeno un incaricato speciale che almeno documenti i crimini che stanno scuotendo il paese africano quali saccheggi, incendi di villaggi, stupri e assassini. L’esempio della Repubblica Democratica del Congo mostra quanto lontano sia il mondo da una reale ed efficace tutela dei diritti umani se un paese può addirittura rifiutare impunemente anche la sola documentazione dei gravi crimini commessi sul suo territorio.
In occasione dell’apertura della 22a sessione del Consiglio per i Diritti Umani, l’APM ha presentato delle prese di posizione scritte circa alcune situazioni particolarmente gravi di violazioni dei diritti umani come la situazione di impunità in Sri Lanka e in Pakistan. A quattro anni dalla fine della guerra civile in Sri Lanka i crimini commessi contro la popolazione civile continuano a essere impuniti. In Pakistan invece le forze di sicurezza continuano impunemente a rapire, torturare e uccidere persone appartenenti al gruppo etnico dei Beluci. Sempre in Pakistan gli Hazara di fede sciita sono tuttora vittime del terrore di estremisti sunniti. In altre prese di posizione l’APM ricorda la situazione in Birmania e in Cina. In Birmania il governo continua a negare alla popolazione Rohingya di fede musulmana il riconoscimento dei propri diritti e la tutela dovuta. In Cina invece le autorità perseguono la politica dell’assimilazione sottraendo ai nomadi tibetani, uiguri e mongoli la loro base vitale e, obbligandoli a diventare sedentari, essi vengono privati dei mezzi di sussistenza tradizionali.