«Esprimiamo la nostra indignazione e la nostra preoccupazione per le notizie apparse sulla stampa negli scorsi giorni in cui si da ampio risalto a presunti abitanti di Salinagrande che sarebbero “ostaggio” degli “ospiti” del CARA di Salinagrande, ovvero del “Centro accoglienza richiedenti asilo”». Tanto dichiara Natale Salvo, referente, per Trapani, del Partito Umanista.
«La diffusione – prosegue la nota dell’esponente politico – di informazioni imprecise, sommarie e distorte riguardo ai richiedenti asilo crea sensazionalismo e induce “sentimenti di terrore, paura o caos nell’opinione pubblica”. Alle dichiarazioni del consigliere comunale intervistato, non seguono conferme da parte delle forze dell’ordine e statistiche sui casi effettivamente denunciati. Il parroco di Palma, don Aldo Giordano, da noi raggiunto nega l’esistenza di problemi gravi e diffusi. La verità è che, forse, sono spariti dei limoni dagli alberi e dei pantaloni stesi ad asciugare ma nessuno è indagato per questo e quindi nessuno si può accusare. Fare illazioni è fuori luogo. Che alcuni abitanti di Salinagrande hanno paura del “diverso”, mal sopportano la presenza dei “negri” nelle loro piazze, è acclarato. Che alcuni degli stessi abitanti sfruttano i “negri” portandoli nelle campagne a lavorare “in nero” e poi si rifiutano di pagarli, è pure risaputo. Ma da qua a far credere che esista un problema di ordine pubblico ce ne corre. E’ evidente che dietro queste illazioni xenofobe ci sono altri interessi».
«Se vogliamo parlare delle condizioni di vivibilità del CARA di Salinagrande, invece – aggiunge Salvo -, è un altro discorso. Non dimentichiamo che il presidente della Regione siciliana Rosario Crocetta ha dichiarato, che “Il Cara di Salinagrande è un vero e proprio lager” (“Repubblica”, 26 novembre 2011). “Manca l’acqua nei bagni, l’acqua nelle docce è fredda, non ci sono le porte nei bagni, i dormitori sono affollatissimi. In queste condizioni è davvero difficile tutelare la dignità umana”, nella stessa occasione, aveva illustrato l’eurodeputata svedese Cecilia Wikstrom».
Se esistono dei disagi, da parte di entrambe le parti, bisogna intervenire concretamente. Natale Salvo ha le idee chiare: «Allora che fare? Viene facilmente in mente la soluzione: chiudere il CARA di Salinagrande. Sin dal 1999 il Partito Umanista, proprio nel programma per le elezioni europee cui partecipò, propose la organizzazione in tutte le città di “Residenze di accoglienza”, con condizioni confortevoli e punti di informazione e di assistenza sanitaria, non quindi Centri affollatissimi, con 200-300 “ospiti” o più concentrati in un unico luogo, dove la “confusione” di etnie, di afghani, etiopi, tunisini, nigeriani ecc può ingenerare indubbie tensioni, ma l’utilizzo di singoli appartamenti, sparsi nella città e in tutte le città. E’ questo che deve chiedere, ai suoi referenti politici nazionali, il consigliere comunale di Trapani piuttosto che ingenerare pericolosi timori».