“La porta dell’ufficio del sindaco Renzi in Palazzo Vecchio è rimasta chiusa davanti ai lavoratori del Maggio che questa mattina chiedevano inutilmente di poterlo incontrare prima che firmasse 10 lettere di licenziamento. Quella porta ha così ribadito anche materialmente la chiusura della dirigenza della Fondazione che non hanno voluto ascoltare le ragioni di chi ha già pagato pesantemente una crisi finanziaria di cui non è responsabile.” Così Ornella De Zordo, consigliera della lista di cittadinanza perUnaltacittà, da sempre al fianco dei lavoratori del Maggio, colpiti da provvedimenti ingiusti olte che inefficaci.
“La crisi di bilancio, i debiti, i mancati introiti, il fallito fund raising sono imputabili alla gestione fallimentare di questa dirigenza, in primis la sovrintendente Colombo – da sempre sostenuta dal sindaco Renzi – che ha aggravato una situazione già compromessa da anni. Che l’incapacità gestionale venga ora scaricata sui lavoratori, che hanno già mostrato di contibuire con rinunce e sacrifici a fare la loro parte, è un’azione inaccettabile, anche perchè questi 10 licenziamenti che si sommano ai 35 esodi chiamati ‘volontari’ anche se volontari non sono, non risolveranno affatto i problemi del Maggio a cui manca un piano industriale degno di questo nome” commenta De Zordo che aggiunge: “Da oggi mancheranno anche le competenze che finora avevano contribuito alla qualità e alla professionalità del Maggio e il cui licenziamento potrebbe apparire del tutto irrazionale, a meno che non si voglia notare che 9 delle 10 persone licenziate sono iscritte alla cgil e hanno preso parte attiva nelle rivendicazioni degli ultimi mesi: un caso? così come il mancato distaccamento sindacale a chi si è mostrato toppo attivo nel suo ruolo di delgato e portavoce delle istanze dei lavoratori?”.
“Sembra di assistere a una stagione di punizioni esemplari, più che al tentativo reale di migliorare la situazione del Maggio. Dopo che il Consiglio comunale ha chiesto la revoca del mandato alla sovrintendente Colombo, il sindaco, che ricopre anche la carica di presidente della Fondazione, ha ignorato del tutto l’indirizzo espresso dal Consiglio e ha proceduto al contrario in una linea punitiva che contraddice l’accordo del 5 giugno e può portare la Fondazione a essere citata in tribunale da chi, dopo aver avuto la rassicurazione che nessuno avrebbe perso il posto di lavoro a meno una ‘non opposizione al licenziamento’, si vede ora recapitare una vera e propria lettera di licenziamento. ”
“Il commissariamento del Maggio non è una bella prospettiva, ma questa dirigenza irresponsabile e incapace fa danni peggiori e ci porta a pensare che sia oggi il male minore; cosa dicono gli alti componenti del cda, in primis la regione Toscana?” chiede De Zordo.
Fonte: Comunicato stampa perUnaltracittà-lista di cittadinanza