Il 5 dicembre il personale sanitario di Madrid ha organizzato la sua quarta e ultima giornata di sciopero contro i tagli ai finanziamenti e i piani di privatizzazione della sanità pubblica previsti dal governo di questa regione autonoma spagnola.
Circa 75.000 lavoratori degli ospedali e dei centri sanitari di Madrid, amministrata dal Partito Popolare (PP), di destra, sono stati chiamati ad aderire allo sciopero; alla vigilia della giornata di lotta sindacati hanno dichiarato una partecipazione del 90%.
Inoltre l’Asociación de Facultativos Especialistas di Madrid ( che riunisce i medici specialisti, N.d.T.) ha ripreso uno sciopero a oltranza sempre a difesa della sanità pubblica e gratuita, che si ripeterà ogni settimana dal lunedì al giovedì.
L’obiettivo delle mobilitazioni è il ritiro del cosiddetto Piano di Sostenibilità del Sistema Sanitario Pubblico di questo territorio, incluso nei Bilanci autonomi per il 2013.
Tale piano implica il trasferimento ai privati della gestione di sei ospedali e 27 centri, così come dell’amministrazione non sanitaria di tutta la rete della sanità statale. Al fine di ridurre il deficit fiscale prevede anche la chiusura dell’Istituto di Cardiologia, la centralizzazione dei laboratori, l’eliminazione di 26 categorie di personale non sanitario e il pagamento di un euro a ricetta, tutte misure molto impopolari.
Secondo i sei sindacati del settore questo progetto, insieme al bilancio approvato in ottobre dall’Esecutivo autonomo del PP ( e dal governo spagnolo) distrugge le condizioni lavorative e affida la gestione del Servizio Sanitario Pubblico a imprese private a fini di lucro.
Come è giù successo in occasione dello sciopero del 26 e 27 novembre, le autorità e le organizzazioni di categoria hanno concordato lo svolgimento di servizi minimi equivalenti a quelli domenicali o festivi e il mantenimento delle guardie mediche programmate.
I sindacati hanno anche convocato un concentramento davanti all’Assemblea di Madrid (ossia il Parlamento autonomo).