“L’Assemblea riunita al Teatro Vittoria il I dicembre 2012 riconosce la necessità di una proposta elettorale autonoma e nuova, anche nel metodo, capace di parlare a un’ampia parte del Paese. Invita tutte le realtà locali interessate a questo progetto a promuovere assemblee nei territori, con la più ampia partecipazione dei cittadini, nei giorni 14 o 15 dicembre dà mandato ai promotori dell’Appello Cambiare si può di indire entro il mese di dicembre una seconda assise nazionale al fine di valutare l’esito della consultazione nei territori”.
È questo il testo della mozione approvata sabato scorso al termine dell’assemblea nazionale Cambiare si può.
In pochi giorni ha raccolto migliaia di firme la campagna “Cambiare si può! Noi ci siamo” lanciata con l’obiettivo di presentare alle elezioni politiche del 2013 un polo alternativo agli attuali schieramenti.
L’1 dicembre 2012 al Teatro Vittoria di Roma sono intervenuti ben 48 relatori che hanno comunicato la loro visione riguardo ai contenuti e al futuro di una nuova aggregazione politica.
Nella sua introduzione iniziale l’ex magistrato di Torino Livio Pepino, tra i primi firmatari dell’appello, ha sottolineato l’importanza di non coinvolgere le forze politiche tradizionali e di puntare piuttosto alla connessione di tutte le esperienze politiche dal basso e di movimento che si stanno diffondendo in Italia. L’obiettivo è quello di creare una nuova aggregazione capace di superare le chiusure ideologiche e di presentarsi con successo alle elezioni riunendo le forze vive e appassionate della società italiana.
È poi intervenuta la Lista civica italiana che ha ribadito la necessità di far convergere, pur nel rispetto delle specificità di ciascuno, le forze della società civile, dei movimenti, del popolo dei referendum su un nuovo polo politico che metta al centro la persona e non l’economia. Secondo la LCI, infatti, il punto di riferimento dovrebbe essere proprio la recente esperienza referendaria che ha ottenuto una vittoria clamorosa proprio perché ha saputo essere inclusiva e non ‘targata’.
All’assemblea di Roma è intervenuto anche il sindaco di Napoli Luigi de Magistris. “Io ci sto se vogliamo vincerle queste elezioni”, ha dichiarato de Magistris che ha aggiunto: “La riunione di oggi mi piace perché qua non ho visto padroni nè proprietari. Ho visto tante idee, molto delle quali le condivido”.
Al Teatro Vittoria di Roma anche il sindaco di Corchiano Bengasi Battisti. Il primo cittadino del comune viterbese “vincitore assoluto del “Premio Comuni a 5 Stelle 2010” ci ha spiegato che la sua volontà di aderire a Cambiare si può nasce dalla consapevolezza della necessità di un nuovo soggetto politico capace di farsi interprete della volontà popolare, di quel protagonismo diffuso già esistente nel nostro Paese e di tutte quelle realtà provenienti da vertenze politiche locali, dai No Tav della Val di Susa fino agli oppositori del ponte sullo Stretto di Messina.
Quella di sabato scorso, ci ha detto Bengasi Battisti “è stata un’assemblea straordinaria, non solo per il numero ma per la qualità degli interventi che hanno messo in luce esperienze da tutte le parti d’Italia”. Sono emerse dunque, prosegue il sindaco di Corchiano “belle differenze con un denominatore comune: l’impegno sui territori per la salvaguardia dell’ambiente, per coniugare salute e lavoro, economia e lotta al precariato, per costruire, quindi, un futuro diverso basato sul dialogo tra realtà diverse che possono convivere senza conflittualità, come emerso all’incontro a Roma”.
“Cambiare si può e si deve, è questo il messaggio principale lanciato dall’assemblea”, conclude Bengasi Battisti.
Tra gli interventi che si sono susseguiti a Roma anche quello del PM Antonio Ingroia. “Non bisogna aver paura di aprire il libro dei sogni. La vera anomalia in questo paese – sostiene Ingroia – è una classe dirigente che si è compromessa con reti criminali, perché garantendo i criminali garantiva se stessa”. “Ecco perché io dico che cambiare non solo si può ma si deve. E io sarò con voi, dal Guatemala o dall’Italia”.
Dopo la relazione finale di Marco Revelli, si è votato una sua breve mozione.
Approvata a larghissima maggioranza, la mozione prevede che si organizzi per il 14 e 15 dicembre in ogni regione un “Cambiare si può day” in vista di una nuova riunione nazionale entro fine dicembre per fare il punto della situazione e quindi partire definitivamente.