Ha ottenuto anche l’appoggio del principale gruppo parlamentare dell’opposizione, il Partido Sociedad Patriótica dell’ex presidente Lucio Gutiérrez, il disegno di legge che aumenta le imposte alle banche per destinare gli introiti a programmi contro la povertà.
Con 79 voti a favore, 5 contrari e 10 astensioni, l’Assemblea nazionale (il parlamento unicamerale dell’Ecuador) ha approvato l’iniziativa che per il ‘via libera’ richiedeva 63 convalide. Con la nuova legge il governo si prefigge di raccogliere ogni anno l’equivalente di 128 milioni di euro addizionali dalle banche private e, aggiungendovi 109 milioni di fondi statali, portare da circa 27 euro a 39 euro il buono di cui beneficiano mensilmente un milione e 200.000 poveri.
Difeso strenuamente dal governo, l’aumento del cosiddetto ‘Buono di sviluppo umano’, in vigore da un decennio, ha sollevato le critiche delle banche, alimentate da alcuni settori dell’opposizione. Se per il presidente della commissione legislativa che ha steso il testo, Francisco Velasco di Alianza País (governo), gli istituti di credito “mercanteggiano su una manciata di dollari, quando continuano a fare ottimi affari”, per il deputato dell’opposizione César Rodríguez, si tratta di “una perversa manovra elettorale e demagogica, una compravendita di voti”.
L’Ecuador è già di fatto nel pieno della fase preliminare della campagna elettorale per il voto del 17 febbraio, a cui il presidente uscente Rafael Correa si presenta come super-favorito. La proposta dell’aumento del buono era stata avanzata inizialmente da uno dei suoi più accreditati sfidanti, l’ex banchiere Guillermo Lasso, che intendeva però finanziarlo con i soldi spesi dallo Stato in pubblicità. Correa ha promesso lo stesso incremento ma a spese delle banche.