“Di nuovo l’Italia affonda nel fango, con morti e danni ingentissimi su territori devastati dalla speculazione edilizia e dall’abusivismo, e condonati dalla miopia politica dei governi”, è l’amara constatazione di Antonio Jiritano, dell’USB P.I. Vigili del Fuoco.
“A tutto questo si potrebbe cominciare a mettere fine, demandando al Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco i compiti di monitoraggio e messa in sicurezza dei territori – osserva Jiritano – infatti noi abbiamo il più grande raggruppamento di ingegneri, che dispone di tutte le competenze necessarie per svolgere questo compito cruciale”.
“Invece – denuncia il rappresentante USB – stiamo assistendo alla cancellazione di questa eccellenza, che era la prevenzione e previsione dei rischi, per ridurci al drammatico compito di ‘deportare’ i cittadini dai luoghi colpiti. Lo stiamo registrando in tutte le recenti calamità: a L’Aquila, in Emilia, a Mormanno, la gente viene allocata fuori dai centri colpiti e lasciata per mesi in attesa delle lungaggini del governo di turno. Ed oggi tocca alla Toscana, all’orvietano, all’alto Lazio”.
“Quanto sta succedendo – sottolinea Jiritano – è la naturale conseguenza di un Governo che invece di riformare il sistema di protezione civile incentrandolo sui bisogni della popolazione, con i Vigili del Fuoco come struttura centrale, si è preoccupato solo di dare mandato ai presidenti delle Regioni di aumentare le tasse e le accise, nonché di invitare la gente a sottoscrivere le assicurazioni per le emergenze”.
“Noi operatori del soccorso proviamo un’indignazione insopportabile. Oggi siamo impegnati nel recuperare i morti ed i dispersi – conclude Jiritano – ma nei prossimi giorni continueremo la nostra battaglia di civiltà e cultura della prevenzione e chiederemo di reperire i fondi necessari abbandonando le inutili spese militari e le altrettanto inutili grandi opere come la TAV”.