Greenpeace International e il Global Wind Energy Council pubblicano oggi a Pechino la quarta edizione del Global Wind Energy Outlook (GWEO). La relazione biennale sul futuro del settore eolico dimostra che l’energia prodotta dal vento potrebbe fornire fino al 12% dell’energia elettrica mondiale entro il 2020, valori 5 volte superiori agli attuali, creare 1,4 milioni di nuovi posti di lavoro e ridurre le emissioni di CO2 di oltre 1,5 miliardi di tonnellate l’anno. Entro il 2030, l’energia eolica potrebbe fornire più del 20% della fornitura mondiale di elettricità.
Il Global Wind Energy Outlook delinea un quadro di tre scenari diversi per il settore eolico: al 2020, al 2030 e, infine, al 2050. Poi confronta questi scenari rispetto a due diverse proiezioni per lo sviluppo della domanda di energia elettrica. La proiezione base è quella dell’Agenzia internazionale per l’energia (IEA), mentre l’altra – sviluppata dalla società di consulenza ECOFYS e dai ricercatori dell’Università di Utrecht – prevede una maggiore efficienza negli usi finali di energia elettrica e, dunque, un minor fabbisogno totale rispetto allo scenario IEA.
“È chiaro che l’energia eolica giocherà un ruolo importante nel nostro futuro energetico. Ma perché l’eolico possa raggiungere il suo pieno potenziale, i governi devono agire rapidamente per affrontare la crisi climatica, finché siamo ancora tempo” – afferma Steve Sawyer, segretario generale del Global Wind Energy Council.
Oltre a ridurre le emissioni, l’energia eolica produce elettricità senza consumare acqua, una caratteristica unica (assieme al solare fotovoltaico), che la rende un’opzione attraente in un pianeta sempre più in crisi per i consumi di acqua. L’energia eolica è, per definizione, una fonte di energia locale, utile per i paesi che pagano una salata bolletta energetica per l’importazione di fonti fossili. Competitivo in un numero crescente di mercati – anche in concorrenza con le fonti di energia “tradizionali” pesantemente sovvenzionate – l’eolico riceve poca o nessuna compensazione finanziaria per i suoi benefici ambientali e sociali: zero emissioni di CO2, uso di acqua pari a zero, e nessun inquinamento dell’aria o dell’acqua.
“L’ingrediente più importante per il successo duraturo del settore eolico è una stabile politica a lungo termine. Scelta, questa, che lancerebbe un segnale chiaro agli investitori sulla visione dei governi riguardo al potenziale e alle dimensioni di questa tecnologia. – afferma Sven Teske, esperto di energia di Greenpeace – Il Global Wind Energy Outlook dimostra che, con un giusto sostegno politico, l’industria potrebbe impiegare 2,1 milioni di persone entro il 2020, triplicando il mercato annuale dell’eolico rispetto a oggi”.
Alla fine del 2011 gli impianti eolici hanno raggiunto la potenza globale di 240 GW a livello globale, quantità destinata a crescere di almeno altri 40 GW nel 2012. Entro il 2020, il nuovo scenario dell’IEA indica che la potenza totale raggiungerà 587 GW, fornendo circa il 6% dell’energia elettrica mondiale. Lo scenario “moderato” presentato dal GWEO, invece, mostra come si potrebbero raggiungere i 759 GW, fornendo 7,7-8,3% della produzione mondiale di elettricità. Nello scenario “avanzato” suggerisce che con giuste politiche di sostegno si potrebbero raggiungere più di 1.100 GW entro il 2020, fornendo tra il 11,7-12,6% dell’elettricità globale, e il taglio di quasi 1,7 miliardi di tonnellate di emissioni di CO2.
“La prospettiva dell’eolico a scala globale è assai significativa. In Italia sarebbe possibile raggiungere i 16 GW al 2020 e occupare circa 65 mila persone, ma il governo gioca al ribasso. La proposta di Strategia Energetica Nazionale su questa fonte va rafforzata” – aggiunge Andrea Boraschi, responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace Italia.
Scarica il rapporto completo su: http://www.gwec.net/wp-