Un’importante riforma del Codice Civile argentino prevede, tra le altre cose, la sostituzione del tradizionale concetto di patria potestà con quello di responsabilità genitoriale e l’eliminazione esplicita delle punizioni fisiche a bambini e adolescenti.
Questa modifica è preliminare a una famiglia più democratica, che va a influire in uno Stato più democratico”, ha spiegato a IPS l’avvocatessa Nelly Minyersky, titolare della cattedra di Diritto della famiglia presso l’Università pubblica di Buenos Aires e di altri istituti.
L’avvocato Minyersky è una delle esperte che hanno partecipato all’elaborazione del progetto di riforma per un nuovo Codice Civile e commerciale invocato dalla presidentessa di centro-sinistra, Cristina Fernández, allo scopo di sostituire le norme attualmente vigenti e risalenti al XIX secolo.
La proposta di cambiamento, alla quale hanno lavorato un centinaio di esperti, è attualmente al vaglio del Congresso legislativo, che avrà tra le proprie competenze quella di convocare degli incontri pubblici in tutte le provincie del Paese per aprire un grande dibattito. La votazione in entrambe le camere è prevista per marzo 2013.
Il testo originale dell’iniziativa oltre al Codice Civile include alcuni trattati internazionali sui diritti umani, sui diritti delle donne, dei bambini, dei popoli indigeni e dei consumatori, oltre alla tutela ambientale.
In materia di famiglia è molto più moderno. Contempla il matrimonio tra persone dello stesso sesso (diritto già legiferato), prevede il divorzio basato sulla sola volontà espressa dalla coppia, elimina la fedeltà come dovere legale e nel contempo regola, per esempio, la questione della madre surrogata.
Prevede inoltre l’eliminazione del concetto di patria potestà, che considera i figli come proprietà dei genitori, la sua sostituzione con la responsabilità genitoriale e la modifica del potere di correzione con quello di orientamento alla prole.
Nella struttura dei doveri e dei diritti dei progenitori, questo rappresenta un cambiamento fondamentale perché considera i bambini, le bambine e gli adolescenti come soggetti dotati di diritti e per questo motivo dà maggiore considerazione alle loro opinioni e alla loro partecipazione nelle decisioni”, ha dichiarato l’avvocato Minyersky.
Il nuovo codice attualmente in discussione contempla il concetto di adolescente e stabilisce che a partire dai 13 anni gli adolescenti possono esprimere la propria opinione sulle decisioni prese dai genitori o dai tutori relativamente alla loro salute o educazione, così come avranno diritto a un consulente legale ove necessario.
Questo è quanto previsto dalla Convenzione sui diritti dell’infanzia, entrata in vigore nel 1990 e ratificata dall’Argentina. Il concetto non è quello di sottrarre potere ai genitori, quanto piuttosto di sottolineare che l’autorità si conquista con il rispetto e un rapporto migliore con i propri figli”, ha chiarito l’avvocato Minyersky.
In questo senso, l’articolo che stabilisce che i genitori hanno “il potere di correzione” verrà sostituito con un altro che “vieta i maltrattamenti e qualsiasi altro comportamento che leda e pregiudichi fisicamente o psichicamente i bambini, le bambine e gli adolescenti”.
E nei casi ove richiesto, la norma proposta prevede di offrire ai genitori “il sostegno dei servizi di orientamento a carico degli organi dello Stato”.
Nel corso dell’incontro con IPS, l’avvocatessa Gimol Pinto, esperta in tutela dei diritti del Fondo della Nazioni Unite per l’Infanzia (Unicef), ha dichiarato che la riforma è “assolutamente importante e benaccetta”, nonostante la giurisprudenza includa già molti di questi nuovi concetti e diritti.
Il Codice Civile vigente parla di patria potestà ed è redatto in una forma che si presta a cattive interpretazioni, come se permettesse qualche forma di castigo fisico. Al contrario il nuovo testo prende in esame il ruolo dei genitori”, ha sottolineato.
Tra i diritti dei genitori c’è la scelta del nome del figlio o della figlia, l’orientamento scolastico o religioso, ma tutto deve essere fatto allo scopo di contribuire ad allevare bambini che siano soggetti con diritti e persone responsabili” ha dichiarato.
L’avvocatessa Pinto ha ammesso di avere pronte nuove sfide una volta approvato il codice. “Esiste l’educazione, la diffusione e l’attribuzione di maggiore potere a tutta la famiglia, perché la prole presenta sfide, come i limiti, che devono essere esercitati, ma senza violenza”, ha affermato.
In un rapporto diffuso quest’anno dall’avvocato portoghese Marta Santos Pais, rappresentante speciale sulla Violenza contro l’Infanzia delle Nazioni Unite, sono state reclamate misure urgenti per l’adozione di leggi a tutela dei minori dalle aggressioni.
L’ufficio della rappresentante ha informato che nel mondo sono tra 500 e 1.500 milioni i bambini vittime di violenza e che tra i principali responsabili di questa situazione ci sono coloro che hanno la responsabilità di proteggerli, ovvero familiari, maestri e altre persone coinvolte nella loro educazione.
L’inchiesta realizzata dal rapporto in 113 Paesi mette in luce che in più del 20% degli Stati esaminati esiste già una legislazione in questo senso, anche se si sottolinea l’esistenza di “un’ampia forbice” tra la teoria e la sua applicazione.
In occasione dell’Incontro Sudamericano di Monitoraggio allo Studio contro la Violenza su Minori e Adolescenti, realizzato l’anno scorso in Paraguay, è emerso che il Costa Rica, l’Uruguay e il Venezuela sono i Paesi più avanzati per quanto concerne l’introduzione di leggi che vietano le punizioni ai minori.
Un progetto simile, ancora al vaglio del Parlamento peruviano, vieta il ricorso a misure correttive che mettano in pericolo l’integrità fisica e psichica dei minori.
Nel frattempo anche in Brasile lo scorso dicembre la Camera dei deputati ha approvato una legge nota con il nome di “ley de la palmada”, che è in attesa di passare al vaglio del Senato.
Alcuni gruppi di deputati conservatori hanno presentato sei petizioni contrarie all’approvazione”, ha confermato a IPS l’attivista Marcia Oliveira, della Red Nao Bata Eduque, un’associazione di enti che si battono per la messa al bando delle punizioni fisiche ai minori.
Dal canto nostro, a partire dalla società civile brasiliana, abbiamo esercitato una forte pressione nei confronti dei parlamentari che lavorano per i diritti dei bambini e degli adolescenti e auspichiamo di riuscire ad annullare le petizioni contrarie, prima però aspettiamo la decisione del Senato”, ha detto.
Di Marcela Valente