Per essere un blocco fautore di pace, è altamente militarizzato
L’IPB trova sorprendente l’assegnazione del Nobel per la Pace 2012 all’Unione europea, in quanto premia non un capo di Stato, ma un intero blocco di stati, rendendo così difficile identificare il reale destinatario. L’Unione europea è davvero un ‘campione della pace’, così come Nobel l’ha concepito? O si tratta di un insieme di Stati con molti impulsi e interessi contraddittori?
Le argomentazioni fornite dal Comitato del Nobel norvegese non sono del tutto false. L’UE ha svolto lo storico ruolo storico descritto. Ogni forma di cooperazione contiene elementi di pacificità, e ci sono in effetti ottime ragioni a favore di strategie regionali di pacificazione tra gli Stati e i popoli, e in questo l’Unione europea è stata pioniera. Ma ciò che preoccupa sono i molti aspetti che la commissione lascia fuori, il che rende questa un’onorificenza altamente selettiva.
Fabbricanti di guerra: L’Unione europea – talvolta collettivamente e talvolta separatamente – è stata coinvolta in alcuni dei più sanguinosi conflitti del nostro tempo: Iraq, Afghanistan, Kosovo, Libia. Il dibattito per stabilire se il percorso militare sia quello giusto per superare dittature e oppressione ha imperversato per anni, e non c’è dubbio sul fatto che l’opinione sia divisa, tanto all’interno dell’Unione europea come negli Stati membri. Ma non si può ignorare il coinvolgimento dell’’Europa’ in queste attività guerresche.
Commercio di armi: L’Unione Europea include tra i propri membri alcune delle maggiori nazioni commercianti d’armi del mondo: Regno Unito, Francia, Germania, Italia. Il fallimento dei negoziati, proprio questa settimana, tra EADS (European Aeronautic Defence and Space Company, n.d.t.) e BAe (la seconda più grande impresa di difesa del mondo e la più grande in Europa, n.d.t.) – che avrebbero dovuto formare la più grande impresa di armi al mondo – sottolinea il rilevante ruolo che l’Europa gioca nella distribuzione di armi. Per essere un blocco fautore di pace, è altamente militarizzato.
Armi nucleari: l’Unione Europea dispone di due stati con armi nucleari: Regno Unito e Francia – e non ci sono segnali di una seria tendenza al disarmo né da parte loro né dal punto di vista di una pressione da parte degli altri stati membri.
Spesa militare: L’Unione Europea, come blocco, spende ogni anno oltre 250 miliardi di dollari – più della Cina e oltre un terzo del totale dell’insieme degli Stati Uniti.
Mantenimento della pace: in confronto all’ONU, le operazioni di mantenimento della pace da parte dell’Unione Europea sono minori, benché siano state d’aiuto in alcuni conflitti localizzati.
Educazione alla pace: dove è l’impegno dell’Unione Europea a costruire la pace nelle scuole e nelle comunità di tutta la regione? Intende utilizzare i soldi del Premio per implementare un nuovo fondo a tale scopo?
Democrazia: mentre l’Unione Europea rivendica credenziali democratiche, non si fa menzione qui del Parlamento Europeo. Eppure molto spesso è il Parlamento che si erge contro le decisioni prese a porte chiuse da parte del Consiglio dei Ministri e dai burocrati della Commissione.
La vittoria sul fascismo: le trasformazioni in Spagna, Portogallo, Grecia (e anche in Europa Orientale) sono state il frutto di lotte popolari, non una conquista dell’Unione Europea, anche se la prospettiva di entrare a far parte dell’UE può essere stato un fattore che ha contribuito a convincere quelle classi dirigenti a inquadrare il proprio futuro in un lungimirante sistema democratico piuttosto che nelle vecchie abitudini repressive del fascismo.
Cos’è l’Europa? Si può sostenere che l’OCSE ha assai più diritto a rappresentare TUTTI gli stati europei (e forse è un cadidato migliore per il Premio sulla Pace), dal momento che include 56 stati dell’Europa, dell’Asia Centrale e del Nord America – rispetto ai 27 della UE -, un’”Europa dalle finestre aperte” piuttosto che l’immagine della “Fortezza Europa” associata alla UE.
Il Premio solleva domande ancora più profonde: è il ruolo degli Stati ad essere pacificatore o lo sono i popoli? e chi riceverà il Premio a nome dell’Unione Europea?
E’ ironico che la Norvegia, nazione ospitante il Nobel per la Pace, abbia rifiutato (con un referendum) l’adesione all’Unione Europea nel 1972 e di nuovo nel 1994, nonostante una forte campagna pro-UE da parte del Partito laburista di governo. Si può ipotizzare che il Premio sia un ulteriore tentativo, da parte della vecchia élite del paese, di dirigere la Norvegia verso l’Europa.
Ancora una volta, si sarebbe potuto fare un uso molto migliore del denaro abbinato al Premio. Ci sono centinaia di organizzazioni di base e di individui meritevoli per i quali l’assegnazione del Nobel per la Pace avrebbe fatto un’enorme differenza. Così com’è, il lavoro della UE continuerà lunedì mattina come al solito.