Più del 60% delle foreste della Liberia è stato dato in concessione a società private, che molto spesso le sfruttano in modo illegale: lo ha denunciato oggi l’organizzazione non governativa Global Witness, una settimana dopo l’avvio a Monrovia di un’inchiesta disposta dal presidente Ellen Johnson Sirleaf.
In un rapporto gli esperti di Global Witness sostengono che negli ultimi anni spesso gli abusi sono stati favoriti da una particolare tipologia di permesso per l’uso privato delle terre. Pensato a beneficio dei piccoli agricoltori, il permesso sarebbe diventato lo strumento attraverso il quale società straniere hanno tagliato alberi, realizzato profitti milionari ed evaso il fisco.
Tra il 1989 e il 2003 in Liberia il commercio del legname finanziò e alimentò la guerra civile. La conquista della pace, però, non ha risolto il problema. Secondo un rapporto della Banca mondiale intitolato “La crescita dell’interesse mondiale per la terra”, la Liberia è uno dei paesi dell’Africa più interessato dal fenomeno del cosiddetto ‘land grabbing’: l’accaparramento di terre da parte di privati, non interessati allo sviluppo locale ma solo alle risorse naturali e al profitto.