Su “Repubblica” di domenica 16 settembre (pag IV della edizione di Milano) è comparso un accorato articolo dal titolo “Autostrade (ndr: TEEM e Pedemontana), 5.000 posti a rischio – vertice tra Provincia e Regione: il solito modo di creare consenso basato sulla retorica delle “grandi opere portatrici di lavoro”.
Il progetto “Per Una Lista Civica Nazionale (PULCN)” che è vicino ai lavoratori e di cui condivide la rabbia, andando contro corrente, afferma che non ha senso continuare a sprecare soldi pubblici con la giustificazione, che appare cinica e fuor di luogo, di 5000 posti di lavoro che sarebbero “a rischio”. La nostra valutazione politica è che troppe volte il reale risultato di simili opere – ammesso che le cifre che apprendiamo dalla cronaca siano corrette dal punto di vista quantitativo, viste le invenzioni che ogni giorno vanno ad arricchire il parco di ragioni vantate da chi intende sostenere le grandi opere – è stato quello di dar la vela al collaudato meccanismo della Legge Obiettivo e delle Grandi Opere che sono la madre di tutti i mezzi per foraggiare aziende costruttrici cui erano collegati esponenti di vari partiti o interessi della criminalità organizzata.
La TEEM (la Tangenziale Est Esterna di Milano) e la Pedemontana fanno infatti parte, assieme al progetto TAV (Alta Velocità/Alta Capacità), delle “grandi opere”. Come si legge nel libro di Ivan Cicconi – “Il libro nero della TAV”– Koiné edizioni, queste opere “blindate” grazie alla Legge Obiettivo e mai giustificate davanti alle Commissioni di esperti nominate dai cittadini, rappresentano null’altro che ghiotte occasioni per i politici di turno per stare sotto i riflettori inaugurando spesso il nulla come è successo a Luglio 2012 con la presentazione a Milano della TEEM, presenti il Ministro Passera, il Governatore Formigoni ed il Presidente della Provincia Podestà, ma sono soprattutto sistemi legalizzati per far girare enormi quantità di soldi pubblici senza controlli e con la aggiudicazione a trattativa privata prevista dalla Legge Obiettivo.
A ben guardare, cosa ci stanno regalando in realtà i “geni” della programmazione economica? Opere come la Broni-Mortara, la Cremona-Mantova sono stati i “regali” che la nostra classe politica ha saputo darci attraverso partiti come IDV, PD, PDL, UDC, Lega Nord. PULCN afferma che queste opere non aiutano i lavoratori perché i dati scientifici parlano chiaro.
Il Global Footprint Network chiede da tempo un cambio di rotta drastico nella programmazione economica: il 22 agosto 2012 (giorno del’Overshoot Day 2012) l’umanità ha finito di consumare tutte le risorse che il pianeta è in grado di produrre in un anno e quindi è in rosso. Se tutti vivessero come gli italiani avremmo bisogno di due pianeti e mezzo! Questo significa che il territorio agricolo e quello che resta del bel paesaggio italiano vanno preservati come fossero oro e che occorre fare di tutto per ridurre l’impatto ambientale della società italiana.
PULCN pertanto propone di:
- dare un impulso a quelle opere che diminuiscano il traffico privato su gomma
- attivare finalmente il potenziamento della rete di trasporti su rotaia,
- migliorare la qualità delle tratte e dei servizi per i pendolari, senza costringerli a viaggiare nelle condizioni indecenti descritte da moltissimi utenti
- far diventare l’Italia un laboratorio internazionale della riconversione ecologica dell’economia, creando decine di migliaia di posti di lavoro da subito su settori quali la riqualificazione energetica degli edifici, il riuso, le energie sostenibili, la ricerca!
- riallocare i soldi che si risparmiano col taglio delle grandi opere inutili (EXPO 2012 ecc.) per aiutare la riconversione delle aziende e dare posti ai lavoratori