Il 6 Agosto, in varie città italiane si sono svolte manifestazioni, letture e meditazioni per ricordare i sessantasette anni trascorsi dal massacro delle bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki, per ribadire che non c’è un nucleare buono e uno cattivo ma che la minaccia nucleare incombe ancora sull’umanità.

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Immagine di: Partito Umanista La commemorazione a Torino

A Viterbo l’iniziativa e’ stata promossa dal “Centro di ricerca per la pace e i diritti umani”. Nel corso dell’incontro sono state lette alcune testimonianze di superstiti e alcune riflessioni di illustri pensatori ed operatori di pace – da Albert Einstein a Bertrand Russell, da Mohandas Gandhi a Guenther Anders, da Primo Levi a Ernesto Balducci, da Danilo Dolci ad Hans Jonas, da Laura Conti a Ingeborg Bachmann, da Hildegard Goss-Mayr a Wangari Maathai, da Rosemary Lynch a Susan George, da Svetlana Aleksievic a Vandana Shiva.

Concludendo l’iniziativa il responsabile della struttura nonviolenta viterbese ha riaffermato che l’unico modo rispettoso e adeguato per ricordare le vittime delle guerre e’ opporsi alle guerre: solo abolendo le guerre, gli eserciti e le armi, l’umanita’ potra’ progredire verso giustizia, liberta’ e solidarieta’; solo scegliendo la nonviolenza – la lotta nonviolenta contro tutte le violenze, la solidarieta’ nonviolenta che tutte le persone raggiunge e soccorre, la responsabilita’ nonviolenta per la biosfera casa comune dell’umanita’ intera – si rispetta e si promuove la vita e la dignita’ umana, si difendono e si inverano i diritti umani di tutti gli esseri umani.

Alle ore 22 a Torino, in piazza Carignano, una ventina di persone si sono incontrate per onorare la memoria delle vittime di Hiroshima e Nagasaki ed impegnarsi per far mettere al bando per sempre, ed in tutto il mondo, le armi nucleari.

Dopo avere acceso 67 candeline (quanti sono gli anni dal 1945 ad oggi) e creato con esse il simbolo della pace, vi è stata una lettura del testo sotto riportato, oltre ad un testo di Gandhi. Ci sono stati diversi minuti di silenzio nei quali ognuno ha fatto la propria meditazione per la pace.

La serata è stata organizzata dal Partito Umanista di Torino.
 Hanno aderito:
 Convergenza delle Culture – La Comunità per lo Sviluppo Umano – Centro Mondiale di Studi Umanisti -
Mondo senza guerre e senza violenza – Il Messaggio di Silo – Mir-Mn Torino – Coop. Sociale Le Cinque Stagioni Torino.

Questa la dichiarazione che convocava l’iniziativa:

Il 6 agosto 1945 alle 8.00 Truman, il presidente degli Stati Uniti, ordinò di lanciare la prima bomba atomica su Hiroschima. Il 9 agosto 1945 la seconda bomba atomica veniva lanciata su Nagasaki. In pochi secondi le due città furono rase al suolo e migliaia di persona morirono all’istante. Nei giorni successivi continuarono a morire coloro che si trovavano più distanti dai centri dell’esplosione e i pochi sopravvissuti soffrono ancora oggi per le conseguenze della radiazione, che si sono trasmesse alle generazioni posteriori. Alcuni giorni dopo l’Impero giapponese si arrendeva, segnano la fine della Seconda Guerra Mondiale.

Gli autori di quel massacro hanno preteso di giustificarlo replicando che era necessario forzare la resa del nemico per evitare mali peggiori, però la realtà è che quella mostruosità ha creato un pericolo molto più grande, perché la capacità nucleare a cui diedero vita è cresciuta e si è moltiplicata fino a minacciare l’esistenza dell’umanità.

Gli USA cercarono di mantenere l’esclusiva sul nucleare per far si che nessun altro possedesse quella capacità di distruzione. Ciononostante nel 1949 l’Unione Sovietica faceva esplodere la propria bomba nucleare. Da quell’epoca il Regno Unito, la Francia, la Cina, l’India, il Pakistan e la Corea del Nord hanno sviluppato l’arsenale nucleare. Ci sono inoltre dei sospetti non smentiti che anche Israele disponga di queste armi di distruzione massiva.

Oggi circa 30.000 testate nucleari minacciano il mondo intero.

Anche se è incoraggiante vedere che i mandatari degli Stati Uniti e della Russia sono tornati a mettere la questione del disarmo nucleare sul tavolo dei negoziati, non ci possiamo dimenticare che viviamo in un momento di alto rischio. Agli irresponsabili interessi delle potenze nucleari e alla follia di gruppi violenti con possibile accesso a materiale nucleare di dimensioni ridotte, dobbiamo aggiungere il rischio di incidente che potrebbe far scoppiare un conflitto devastatore.

L’orrore di Hiroshima e Nagasaki non è rimasto là nella storia. Le immagini del dolore e della morte assurda continuano ad essere vive nella nostra coscienza, ma allo stesso tempo alimentano la nostra profonda aspirazione per un mondo dove questa atrocità non sia mai più possibile.

Oggi ricordiamo le genti di Hiroshima e Nagasaki per dare dignità alla loro memoria e per rafforzare un movimento mondiale aperto e diverso, che rifiuti qualunque forma di violenza ed affermi l’essere umano come massimo valore.

Per evitare che si ripeta una catastrofe nucleare nel futuro dobbiamo agire oggi. E’ necessario creare coscienza della necessità di distensione e di cooperazione tra i popoli. Per evitare la catastrofe nucleare futura, dobbiamo superare la violenza oggi, chiedendo ed esigendo:

• il disarmo nucleare a livello mondiale,

• il ritiro immediato delle truppe di invasione dai territori occupati,

• la riduzione progressiva e proporzionale delle armi convenzionali, • la firma di trattati di non aggressione tra paesi, e

• la rinuncia dei governi a utilizzare le guerre come metodo di risoluzione dei conflitti.

Reclamiamo il nostro diritto a vivere in pace e libertà. Non si vive in libertà quando si vive minacciati.