Dopo due riunioni del Consiglio Comunale dedicate al tema, una lunga mediazione tra laici e cattolici e una seduta finale di 11 ore e mezza, è stato approvato con 27 voti favorevoli, 7 contrari e 4 astenuti il Registro delle Unioni Civili del Comune di Milano. Ne parliamo con Anita Sonego, capogruppo di “Sinistra per Pisapia” e Presidente della Commissione Pari Opportunità.
Come si è arrivati ad approvare questa delibera?
Innanzitutto bisogna ricordare che:
- L’istituzione del Registro delle Unioni Civili era uno dei punti qualificanti del programma di Giuliano Pisapia, poi votato dalla maggioranza degli elettori milanesi.
- Fino a pochi giorni fa Milano era una delle ultime grandi città italiane a non avere alcuna forma di riconoscimento delle coppie di fatto.
- L’Italia è l’unico paese dell’Unione Europea (assieme alla Grecia) privo di una legislazione che riconosca socialmente le coppie non sposate. Quando sono stata eletta presidente della Commissione Pari Opportunità in Comune ho cercato di far conoscere ed approfondire la tematica dei diritti civili, invitando i/le rappresentanti delle associazioni cittadine LGBTQ a parlare delle loro vite e delle loro problematiche.
Assieme all’ Agedo, al regista Claudio Cippelletti e ai Consigli di Zona abbiamo programmato l’iniziativa “Nove Zone contro l’omofobia”, proiettando in ogni zona della città il film “Due volte genitori”, che fa emergere l’esperienza dei genitori dei gay e delle lesbiche.
Abbiamo lavorato spesso assieme alla Commissione Affari Istituzionali la cui presidente, Marilisa D’Amico, ha steso il testo della delibera istitutiva del Registro delle Unioni Civili già parecchi mesi fa.
Purtroppo la venuta del Papa a Milano per la Giornata mondiale delle famiglie ha bloccato l’iter della presentazione (potere del Vaticano!).
Prima della pausa estiva, però (forse anche per “trascinamento” di quanto fatto dalle nuove amministrazioni di Napoli e Cagliari ) finalmente abbiamo portato in aula il testo da discutere, emendare ed approvare.
Come valuti questo provvedimento?
La delibera approvata ha un grandissimo valore simbolico e un più limitato valore “concreto”. In effetti i nuovi “benefici” sono simili a quelli che si possono ottenere attraverso il certificato di famiglia anagrafico, che possono avere anche i single, oltre che chi vive sotto lo stesso tetto.
In più sarà possibile essere riconosciuti come coppia e quindi, in caso di ricovero ospedaliero, il/la partner potrà avere accesso alle informazioni riguardanti il/la degente, cosa che finora spettava solo ai parenti.
Le coppie di fatto potranno usufruire dei fondi comunali a sostegno del reddito per l’acquisto della prima casa e di condizioni particolari sugli abbonamenti dei mezzi pubblici in rapporto al numero dei figli. Infine in tutte le prossime delibere comunali le coppie di fatto saranno considerate alla stregua delle coppie sposate.
Come dicevo, il valore simbolico di quanto approvato è molto grande, innanzitutto perché traduce in termini concreti l’articolo 3 della Costituzione, che ribadisce non solo l’uguaglianza, ma anche la pari dignità sociale dei cittadini e delle cittadine.
Come ha ribadito anche il sindaco Pisapia, questa delibera invita il potere centrale a legiferare per una più concreta attuazione del dettato costituzionale. Dopo le sentenze della Corte Costituzionale e ultimamente della Corte di Cassazione, è sempre più evidente che la società , la scienza, i poteri giuridici e quelli locali sono più avanti di quelli legislativi.
Con questa approvazione il Consiglio Comunale di Milano dice in maniera chiara al potere centrale che è necessario riconoscere con una legge nazionale i diritti dei cittadini alla propria affettività, al mutuo aiuto, ai legami personali e sociali.
Proprio in questo periodo in cui i governi nazionali impongono alla cittadinanza pesantissimi sacrifici economici perché così pretende l’Unione Europea, è davvero grottesco che l’Italia non attui le raccomandazioni del Trattato di Lisbona, che chiede ai governi di riconoscere i diritti civili di tutte e tutti, indipendentemente da ogni condizione socio-culturale ed individuale compreso, ovviamente, l’orientamento sessuale.
Con l’approvazione del Registro delle Unioni Civili Milano ha finalmente iniziato un percorso per diventare una città europea!