Il giro d’affari annuale del crimine organizzato a livello mondiale, con attività come traffico di droga, contraffazione, traffico illegale di armi, traffico di immigrati, si stima intorno agli 870 miliardi, secondo quanto dichiarato dall’Ufficio delle Nazioni Uniti contro la Droga e il Crimine (UNODC)nel suo rapporto pubblicato da poco.
Il crimine organizzato transnazionale” afferma in un comunicato stampa il direttore esecutivo dell’UNODC Yury Fedotov “si infiltra in ogni regione e ogni paese in tutto il mondo. Fermare questa minaccia transnazionale rappresenta una delle sfide globali più importanti per la comunità internazionale.
Risulta di fondamentale importanza la nostra capacità di risvegliare la coscienza del pubblico e generare una buona comprensione del fenomeno presso i legislatori e ai livelli decisionali più importanti”. Il giro d’affari del crimine organizzato internazionale è pari a sei volte il valore di quanto stanziato per lo sviluppo, e corrisponde al 1,5 per cento del prodotto interno lordo globale, o in altre parole al sette per cento del valore delle esportazioni di merci mondiale, secondo i dati dell’UNODC.
Il traffico di droga rimane l’affare più redditizio tra i criminali, con un valore stimato di 320 miliardi di dollari l’anno. Il traffico di esseri umani apporta circa 32 miliardi di dollari annui, mentre alcune stime collocano il valore globale del contrabbando di migranti intorno ai 7 miliardi l’anno, si legge sempre nel comunicato stampa dell’ONU del 16 giugno.
Crimini anche ambientali
Dallo stesso UNODC si apprende inoltre che anche l’ambiente viene sfruttato a fini criminosi: il traffico illegale di legname genera profitti per 3,5 miliardi l’anno solo nel sud-est dell’Asia, mentre il traffico di avorio, corna di rinoceronte e organi di tigri dall’Africa e dall’Asia produce un giro annuo di 75 milioni. Altro grande produttore di reddito è il settore della contraffazione con i suoi 250 miliardi l’anno.
Con la sua campagna di informazione l’agenzia, oltre a mettere in luce i costi finanziari connessi ai traffici, vuole anche sottolineare il costo umano di queste attività criminali per la società . Ogni anno, inumerevoli vite umane vengono perse in conseguenza del consumo di droga, per violenze e in conflitti a fuoco. A questo, si aggiungano circa 2,4 milioni vittime della tratta di esseri umani.
“La campagna condotta dall’UNODC dimostra inoltre che, benché si tratti di una minaccia globale, gli effetti del crimine organizzato internazionale si fanno sentire a livello locale. I gruppi criminali possono destabilizzare paesi e intere regioni, minando l’assistenza allo sviluppo in quelle aree, incrementando corruzione, estorsione, racket e violenza”, si legge in un comunicato stampa dell’UNODC. “La campagna mette l’accento sul fatto che comunque, alla fine, c’ è sempre una vittima”
L’enorme impatto del consumo di droga
Tre settimane prima, il capo dell’ufficio antidroga delle Nazioni Unite aveva sottolineato l’impatto del consumo di droga nel mondo.
Il 26 giugno Yuri Fedotov, direttore esecutivo dell’UNODC, aveva sostenuto che la lotta contro il crimine organizzato internazionale e le droghe illegali deve diventare parte integrante dell’agenda per lo sviluppo ONU.
“Eroina, cocaina e altre droghe continuano ad uccidere circa 200.000 persone ogni anno, distruggendo famiglie e portando disperazione, incrementando insicurezza e la diffusione dell’HIV, ha ricordato Fedotov davanti all’assemblea dell’ONU, nel corso di un dibattito il cui tema era droga e crimine come minacce allo sviluppo.
“Al momento, solo un quarto circa degli agricoltori coinvolti nella coltivazione di droghe ha accesso ai programmi di assistenza allo sviluppo. Se vogliamo offrire nuove opportunità e vere alternative, questa situazione deve cambiare”.
Il dibattito dell’assemblea si è svolto in concomitanza con la Giornata Mondiale contro droghe e traffici illeciti del 26 giugno, e si è trovato ad essere anche il forum per la presentazione da parte di Fedotov dello studio di punta dell’UNODC.
Il direttore dell’UNODC ha fatto notare come sia i paesi produttori sia quelli consumatori di droga si trovano ad avere un interesse nel contrastare il traffico illegale, aggiungendo che i governi non dovrebbero dimenticare che le droghe minano anche la salute e la sicurezza.
L’uso di droga sembra si stia diffondendo sempre più anche nei paesi posti lungo le vie della droga, come in Africa occidentale e in quella centrale, nei quali si registra un numero crescente di consumatori di cocaina, e in Afghanistan e Iran, dove invece c’è la percentuale più alta di consumo di oppio ed eroina.
Fedotov ha poi evidenziato il fatto come, man mano che i paesi in via di sviluppo vanno emulando lo stile di vita dei paesi industrializzati, quasi sicuramente si vedrà un aumento nel consumo di droga, ponendo un fardello ancor più pesante su paesi non attrezzati per confrontarsi con il crescente mercato della droga. Di conseguenza, ha proseguito, il supporto internazionale dovrebbe essere mirato a rafforzare le capacità di paesi vulnerabili di affrontare la sfida.
Il Rapporto sulla Droga del 2012 mostra che, benché lo schema mondiale di uso e produzione di droga e relativi problemi di salute sia rimasto stabile nel 2012, la produzione di oppio è balzata ai livelli precedenti in Afghanistan, il maggior produttore di oppio a livello mondiale.
Inoltre, il calo globale della produzione di oppio e coca è stato compensato dai crescenti livelli di produzione di droghe sintetiche.
230 milioni consumatori di droghe
Il rapporto calcola in circa 230 milioni, cioè il 5% della popolazione adulta tra i 15 e i 64 anni, le persone che hanno fatto uso di droga almeno una volta nel corso del 2010. I tossicodipendenti, in maggioranza consumatori di eroina e cocaina, sono circa 27 milioni, più o meno lo 0,6% della popolazione adulta mondiale, cioè 1 persona su 200.
Per quanto riguarda l’oppio, nel rapporto si legge che in Afghanistan la sua produzione è tornata agli alti livelli precedenti.
La produzione globale dell’oppio ha raggiunto le 7.000 tonnellate nel 2011, in aumento rispetto al 2010 quando una malattia distrusse metà del raccolto scatenando un considerevole aumento di prezzo in Afghanistan. Il Myanmar rimane al secondo posto per la coltivazione di papavero e la produzione di oppio dopo l’Afghanistan, con un aumento della coltivazione del 14% nel 2011 e una quota pari al 9% della produzione globale di oppio.
Quanto alla cocaina, il rapporto stima che il numero dei consumatori abituali nel 2010 andavano dai 13,3 milioni ai 19,7 ( dallo 0,3 allo 0,4% della popolazione adulta).
Nordamerica, Europa, Australia: i maggiori mercati per la cocaina
Il mercati più importanti per la cocaina continuano ad essere il Nordamerica, l’Europa e l’Australia. Gli Stati Uniti hanno visto diminuire il consumo di cocaina dal 3% del 2006 al 2,2% nel 2010 tra i giovani adulti, mentre in Europa il consumo della sostanza rimane stabile ma sempre in competizione con gli Stati Uniti. Al contrario, l’uso della cocaina aumenta in Australia e in Sudamerica, e si sta diffondendo in parte dell’Africa e Asia.
Il rapporto mondiale sulle droga mostra poi che l’uso e il sequestro di stimolanti come le anfetamine, al secondo posto per il consumo, rimane generalmente stabile.
Tuttavia, nel 2010 il sequestro di metanfetamine, circa 45 tonnellate, è stato più del doppio rispetto al 2008, grazie a importanti sequestri in Centro America e nell’Asia orientale e sudorientale. In Europa, i sequestri di ecstasy sono più che raddoppiati, passando dai 595 kilogrammi del 2009 a 1,3 tonnellate nel 2010, il che indica un mercato molto forte nel continente.
Fino a 224 milioni consumatori di cannabis
Si stima che nel mondo i consumatori di cannabis siano tra i 119 milioni e i 224 milioni, stando al rapporto. L’Europa è il maggior mercato di hashish, proveniente dal Marocco, benché la sua importanza relativa sia in declino.
Molti paesi europei riferiscono di un aumento nella coltivazione domestica di piante di marijuana, il che fa pensare a una maggior preferenza per quest’ultima rispetto all’hashish.
Il rapporto esamina infine l’uso non medico di farmaci, sottolineando il fatto che in molti paesi si registra un maggior consumo non medico di sostanze farmaceutiche rispetto ad altre sostanze, escludendo la cannabis.
Traduzione di Giuseppina Vecchia