Commissionata dall’emittente televisiva del Qatar, al Jazeera, la ricerca è stata condotta dall’Istituto di medicina legale dell’Università di Losanna, in Svizzera, e ha consentito di rilevare la presenza di polonio in quantità abnormali.

“Posso confermare che abbiamo constatato la presenza di un inspiegabile ed elevata presenza di polonio 210 su effetti personali di Arafat che avevano tracce di fluidi biologici” ha detto ad al Jazeera Francois Bochud, il direttore dell’istituto.

Gli ultimi sviluppi hanno convinto Suha Arafat, vedova di Yasser, a rivolgersi all’Autorità nazionale palestinese (Anp) perché il corpo di Arafat, attualmente sepolto a Ramallah, in Cisgiordania, sia riesumato e analizzato.

Sebbene finora siano mancate le prove, palestinesi e paesi arabi hanno a più riprese accusato Israele di aver avvelenato Arafat. Le rivelazioni arrivate da Losanna potrebbero ora aprire nuovi scenari fondati questa volta su elementi concreti.

Secondo la ricerca commissionata da al Jazeera, Arafat era in buone condizioni fisiche fino al 12 ottobre 2004, quando cadde improvvisamente malato, mentre era assediato dai militari israeliani nella sua residenza di Ramallah, durante la seconda Intifada. Da quel giorno il suo quadro clinico è rapidamente e progressivamente peggiorato senza che i medici riuscissero a capire le cause della malattia. Arafat morì l’11 novembre in Francia dove era stato ricoverato a partire dal 29 ottobre.

Secondo l’agenzia di stampa Maan, l’Autorità nazionale palestinese è pronta a cooperare per determinare le circostanze relative alla morte di Arafat. Sulla questione si è espressa anche Hamas chiedendo di facilitare le indagini. Per riesumare il corpo del leader palestinese servirà l’autorizzazione dell’Anp, per un eventuale trasporto all’estero servirà invece il permesso di Israele.