Le calamità naturali succedono. Dopo, piangiamo i morti, raccogliamo i pezzi,
ricostruiamo e andiamo avanti. Poi ci sono le calamità causate dall’uomo.
In passato la città di Kyoto fu distrutta molte volte a causa di scontri tra fazioni.
Abbastanza ironico per una città il cui nome in origine era Heian-kyo –
la capitale della pace e tranquillità. Durante la seconda guerra mondiale
le fu risparmiata la bomba atomica per via della sua bellezza.

La città di Kyoto è nota come un centro culturale straordinario, un luogo
pieno di monumenti storici, e sede di ben diciassette siti patrimonio dell’umanità.
Inoltre, la sua cultura ci insegna come convivere con la natura senza
la presunzione di dominarla.

Con la riattivazione di due reattori nel comune di Ooi, situato vicino a Kyoto,
la minaccia di una calamità causata dall’uomo si presenta di nuovo.
Un’altra ironia della sorte: Kyoto fu risparmiata dalla bomba atomica dai suoi
nemici di allora, ma adesso è minacciata dal nucleare grazie alle lobby
del nucleare giapponesi, il primo ministro e qualche ente locale.

Dopo una calamità naturale raccogliamo i pezzi, ma dopo un incidente nucleare,
come sappiamo bene, ai pezzi non ci possiamo nemmeno avvicinare – per anni e anni.

Naturalmente, speriamo con tutto il cuore che non succeda nulla con
la riattivazione dei reattori. Non possiamo che sperare – non esiste
nessuna garanzia. Ma non sarebbe preferibile per tutti se potessimo
tutelare Kyoto e proteggere questo patrimonio da qualsiasi minaccia?

Ecco il motivo della nostra richiesta al governatore di Kyoto, a cui
chiediamo di impegnarsi facendo quanto è in suo potere per fermare
la riattivazione dei reattori di Ooi. Per il bene della sua città e di tutti
noi che vorremmo rimanesse la città della tranquillità.
Sig. Governatore, per favore protegga Kyoto!

[firma qui](http://www.change.org/petitions/semisottolaneve-org-safeguard-kyoto)

La prima consegna delle firme al Governatore di Kyoto avverrà il 29 giugno
nell’ambito delle azioni simultanee in Giappone promosse dalla società
civile giapponese rivoltesi agli amministratori locali.
Si tratta, dunque, di una campagna a lampo: passaparola rapida, grazie!