L’articolo del Sig. Rosenthal riporta che nel giro di pochi giochi dalla prima notizia del massacro di
Houla, USA, Francia, Gran Bretagna e Germania, tra molti altri paesi occidentali, hanno annunciato
l’espulsione, in segno di protesta, degli ambasciatori della Siria (John Rosenthal scrive su politiche
europee e questioni di sicurezza transatlantiche, il suo lavoro è consultabile sul sito www.trans-
int.com).

“Ma secondo un nuovo rapporto di uno dei principali quotidiani tedeschi, il Frankfurter Allgemeine
Zeitung (FAZ), il massacro di Houla è stato commesso da militanti sunniti anti-Assad, e la
maggior parte delle vittime erano membri di minoranze sciite e alawite, che hanno ampiamente
supportato Assad. Riguardo al resoconto del massacro, il rapporto cita oppositori di Assad che,
comunque, hanno rifiutato di far apparire i propri nomi sulla stampa per paura di rappresaglie da
parte di gruppi armati di opposizione”, cita l’articolo.

Secondo le fonti dell’articolo, il massacro è avvenuto dopo che le forze ribelli hanno attaccato
tre posti di blocco controllati dall’esercito nei dintorni di Houla. I posti di blocco erano stati istituiti
per proteggere i vicini villaggi a maggioranza alawita da attacchi delle milizie sunnite. L’attacco
dei ribelli ha provocato una richiesta di rinforzi da parte delle unità dell’esercito assediato.
L’esercito siriano e le forze ribelli sembra abbiano ingaggiato battaglia per circa 90 minuti, durante
i quali “decine di soldati e di ribelli” sono stati uccisi.

“Secondo testimonianze oculari”, continua il rapporto del FAZ, “il massacro è avvenuto durante
questo lasso di tempo. Le persone uccise venivano quasi esclusivamente da famiglie appartenenti
a minoranze alawite e sciite. Oltre il 90% della popolazione di Houla è sunnita. Sono state
massacrate diverse decine di membri di una famiglia che si era convertita da sunnita a sciita.
Anche membri degli Shomaliya, una famiglia alawita, sono stati uccisi, così come la famiglia di
un membro sunnita del parlamento siriano che è considerato un collaboratore. Subito dopo il
massacro, sembra che gli autori abbiano filmato le loro vittime e le abbiano poi presentate come
vittime sunnite in video postati su Internet”, commenta John Rosenthal.

Il suo articolo dice anche che il rapporto del FAZ richiama resoconti di testimoni oculari raccolti
da rifugiati della regione dell’Houla da parte di membri del Monastero di St. James in Qara, Siria.
Secondo le fonti del monastero citati dall’olandese Martin Janssen, esperto del Medio Oriente,
ribelli armati hanno ucciso “intere famiglie alawite” nel villaggio di Taldo, nella regione dell’Houla.

In precedenza, nel mese di aprile, Madre Agnès-Mariam de la Croix, del Monastero di St.
James, aveva messo in guardia dal riconfezionamento, da parte dei resoconti dei media sia
arabi che occidentali, delle atrocità dei ribelli come atrocità del regime. Ha citato il caso di un
massacro nel quartiere di Khalidiya, a Homs. Secondo un resoconto pubblicato in francese sul
sito del monastero, i ribelli hanno riunito ostaggi cristiani e alawiti in un edificio di Khalidiya e
lo hanno fatto saltare in aria con la dinamite. Dopodichè hanno attribuito il crimine all’esercito
regolare siriano. “Anche se questo atto è stato attribuito alle forze armate regolari… le prove
e le testimonianze sono irrefutabili: è stata un’operazione intrapresa da gruppi armati affiliati
all’opposizione”, ha sottolineato Madre Agnès-Mariam.

Articolo tradotto da: Matilde Mirabella