“Con la morte di Erick Martinez, avvenuta lo scorso 5 Maggio, e ora quella di d’Alfredo Villatoro, il giornalismo ha perduto due rappresentanti in soli 10 giorni, mentre le minacce, le aggressioni e gli attacchi nei confronti dei giornalisti proseguono quasi quotidianamente. (http://fr.rsf.org/honduras-attentats-et-menaces-se-04-05-2012,42560.html).
In questo contesto, dove la delinquenza, il crimine organizzato e la violenza politica mettono in pericolo la sicurezza del paese e la sopravvivenza delle libertà civili fondamentali, nessuna lotta contro l’impunità potrà riuscire se non congiuntamente ad una profonda riforma del sistema giudiziario che coinvolga la società civile tutta e degli osservatori internazionali. La sfida è grande ma non può attendere oltre, ha dichiarato Reporter senza frontiere.
Il corpo di Alfredo Villatoro, 2 colpi d’arma da fuoco alla testa, è stato ritrovato dalla polizia, chiamata in causa per alcune gravi violazioni dei diritti dell’uomo (http://fr.rsf.org/paraguay-un-avocat-assassine-apres-avoir-19-01-2012,41710.html). Poco prima del macabro ritrovamento, il presidente della Repubblica, Porfirio Lobo, aveva curiosamente dichiarato che secondo alcuni indizi il giornalista era ancora vivo. Informazione poco dopo smentita dal suo stesso Ministro degli Interni, Pompeyo Bonilla.
Questo crimine porta a 26 il numero dei giornalisti uccisi nel paese in un decennio di cui 20 successivamente al colpo di stato del 28 Giugno 2009. L’Honduras, insieme al Messico e alla Colombia, è tra i primi paesi del continente nella lista dei più pericolosi per la professione.
Tradotto da Eleonora Albini