Ecco alcuni casi. Il reporter britannico Jonathan Miller del canale televisivo Channel 4 News e il suo staff, il 22 aprile sono stati inseguiti da squadre di polizia antisommossa e poi arrestati, dopo essere stati scoperti a filmare una protesta in un villaggio sulla strada Budaiya. Secondo Miller, che mentre era in stato di fermo è riuscito a parlare al telefono con alcuni responsabili di Channel 4 News, la polizia è stata “molto aggressiva” durante l’arresto. La notte tra il 22 e il 23 aprile il gruppo è stato rilasciato, per poi essere espulso dal paese. Anche il loro autista del Bahrain è stato fermato e poi rilasciato.

Come molti altri media, lo staff di Channel 4 News non aveva ottenuto il visto giornalistico ed era stato costretto a lavorare senza accrediti durante il Gran Premio.

Colin Freeman, del quotidiano britannico Sunday Telegraph, in possesso dell’accredito stampa, e il blogger e attivista Mohammed Hassan, sono stati fermati al checkpoint di Sanabis (a nord-est della capitale) il 22 aprile e portati alla stazione di polizia dell’Exhibition Centre, dove sono stati rilasciati qualche ora dopo senza ricevere alcuna accusa. Hassan era già stato arrestato il giorno prima mentre si trovava con alcuni reporter stranieri.

Anche due giornalisti giapponesi che lavorano per il quotidiano Asahi Shimbun sono stati arrestati e portati alla stessa stazione di polizia dell’Exhibition Centre, dove sono stati rilasciati due ore e mezza dopo.

Mazen Mahdi, un fotografo del Bahrain che lavora per l’agenzia di stampa tedesca DPA, è stato arrestato mentre copriva una protesta nel villaggio di Belad Al-Qadeem. La polizia ha minacciato di spaccargli la telecamera. Qui il (http://t.co/snOg2WsC) dell’incidente.

Infine, il 21 aprile, a Rasmus Tantholdt di TV2 Danimarca è stato negato, per la seconda volta in 24 ore, l’ingresso nel Bahrain, nonostante avesse un biglietto per il Gran Premio. Due settimane prima si era occupato delle manifestazioni in Bahrain a supporto dell’attivista per i diritti umani Abdulhadi Al-Khawaja.

**Agire!**

Il 13 aprile 2012, Reporters sans frontières ha lanciato una [petizione](http://www.rsf.org/petitions/f1bahrein/en.php), per condannare la propaganda della monarchia del Bahrain e il suo uso della violenza contro i giornalisti professionisti e i citizen journalists.