Le autorità peruviane hanno ricevuto ieri un rapporto sullo studio di impatto ambientale relativo a Conga condotto da tre periti internazionali designati dallo stesso esecutivo. L’esperto spagnolo Rafael Fernández Rubio ha chiarito che il compito degli esperti non era verificare o meno la fattibilità dell’opera, bensì avanzare proposte: “Lo abbiamo fatto da un punto di vista tecnico con modifiche che possono essere analizzate. Questo spetterà al governo e immagino si dovrà anche vedere se l’azienda mineraria – la Yanacocha, controllata dalla statunitense Newmont – sarà disposta ad accettarle” ha detto Fernández, precisando che “nessun progetto è a impatto zero”.
Lo studio sarà divulgato tramite internet per essere messo a conoscenza della popolazione interessata: “In seguito, ognuno dei settori interessati lo esaminerà e solo a quel punto il governo prenderà la decisione” ha annunciato il ministro dell’Ambiente, Javier Pulgar Vidal.
Con investimenti stimati in almeno 4,8 miliardi di dollari, la Yanacocha intende procedere al prosciugamento di quattro lagune, due per estrarre oro e rame, le altre per utilizzarle come depositi di residui. La popolazione di Cajamarca, protagonista alla fine dello scorso anno di massicce mobilitazioni, teme gravi ripercussioni sulle principali attività di sussistenza nel territorio, agricoltura e allevamento.
L’annuncio del governo è stato accolto con soddisfazione a Cajamarca: “Abbiamo ottenuto una grande vittoria. Gli investitori privati devono capire che non possono imporre la priorità del lucro a costo di danni enormi all’ecosistema” ha commentato a caldo Gregorio Santos, presidente del governo regionale e capofila delle proteste.