L’organizzazione umanitaria, che ha il suo quartier generale a Londra, ha sostenuto che il carico di armi è destinato all’Egitto. E ha espresso la preoccupazione che queste armi possano essere usate dalla forze di sicurezza egiziane per commettere violazioni e abusi.
Rispondendo alle accuse, il comando militare statunitense ha risposto che il carico di armi ed esplosivi sta facendo sì rotta verso Port Said ma non lascerà il materiale in Egitto.
“Facendo riferimento a non meglio precisate questioni di sicurezza, gli Stati Uniti si sono però rifiutati di indicare chi sia il destinatario finale delle armi – sottolinea un’altra nota di Amnesty – e non hanno garantito che queste alla fine non finiscano in un paese dove esistono sostanziali rischi sul loro uso”.
Secondo Brian Wood, capo della sezione di Amnesty sul controllo degli armamenti, “ci sono prove che armi arrivate in precedenza dagli Stati Uniti in Egitto siano state usate per compiere violazioni e che, ciononostante, Washington stia continuando ad alimentare questo flusso”.
Secondo Wood, “nella qualità di principale esportatore mondiale di armi, gli Stati Uniti in particolare devono unire le retoriche posizioni tenute sui diritti umani con azioni concrete; un passo che finora non è stato compiuto”. Wood ha definito la MV Schippergracht il “cargo della vergogna”.