**Tony, qual’è stata la prima tua reazione alla notizia?**
Che Fabrizio abbia la possibilità di portare avanti, comunque vadano le elezioni, quei temi, per cui nel corso degli anni si era avvicinato ed aveva militato nel Partito Umanista, come gli ideali di democrazia partecipata, della non discriminazione e della nonviolenza.
Rispetto al fatto che Fabrizio sia un “umanista”, sono giunto alla conclusione che la profondità delle persone non è materia di giudizio altrui.
**Tu hai lavorato con Fabrizio Ferrandelli quando era nel Partito Umanista. Cosa pensi di lui?**
Ho conosciuto diversi anni fa Fabrizio. E’ sicuramente una persona con una grande energia nel lavorare con la gente, spiegare a tutte le persone che incontra il suo progetto di una Palermo per e con la gente. Direi infaticabile. Abbiamo fatto molte campagne in comune, ad esempio la battaglia No Ponte, ma ad un certo punto, alla fine del 2008, le nostre strade si sono separate, per sua scelta. Ci tengo a sottolineare che non è stato espulso (come qualcuno nei giorni scorsi ha affermato) poichè nella nostra struttura non abbiamo un organismo di controllo (nè tantomeno ci interessa averlo), ma ha liberamente scelto di andarsene. Ha ritenuto che, entrando nell’Idv, aveva più opportunità di essere visibile per portare avanti il suo progetto politico. Alcuni di noi hanno condiviso questa scelta, molti altri no.
**Il PU ha appoggiato Pisapia a Milano: ci sono analogie?**
R. Rispetto alle primarie, dal nostro punto di vista, come Partito Umanista, c’è da sottolineare una differenza. A Milano il Partito Umanista ha partecipato direttamente nei comitati pro-Pisapia già diversi mesi prima delle primarie ed ha partecipato direttamente alla stesura del programma. Tutto ciò si è tradotto anche con una candidatura a Consigliere Comunale.
Fabrizio, come ho già detto, non fa più parte dell’organico del Partito Umanista, tuttavia gli anni di militanza hanno fatto si che, alcune istanze del suo programma, siano molto convergenti a quelle del Partito Umanista. E’ evidente che c’è una sensibilità comune, ma non c’è stata nessuna collaborazione diretta.
**Qualcuno pensa piuttosto che tutti i nonviolenti dovrebbero unirsi e proporre una nuova alternativa politica ed anche elettorale, qual’è l’opinione tua e del partito a proposito?**
Io credo che se tutti i nonviolenti si unissero sulla base di un programma condiviso si potrebbero creare situazioni veramente interessanti. Noi stiamo lavorando per questo. Sono diversi anni che tentiamo questa strada, con forme diverse da città a città, con esperimenti più o meno riusciti. Ma sottolineo che per il Partito Umanista, la nonviolenza non è l’unico nostro punto irrinunciabile. Alcuni dei punti per noi irrinuncciabili, tra gli altri, sono la necessità di cambiare radicalmente questo sistema fondato su una democrazia rappresentativa che ha esaurito la sua spinta e la messa in discussione dell’attuale sistema economico, dove la mancanza di sovranità monetaria (parlo per l’Italia) impedisce di attuare serie politiche economiche di redistribuzione della ricchezza.
L’elenco, lungo e non esaustivo, ovviamente comprende anche una politica dell’accoglienza e il diritto di cittadinanza ai bambini nati in Italia, registri per le coppie di fatto, miglioramento dell’istruzione e la sanità pubblica (gratuita per tutti e del miglior livello possibile), la difesa dei beni comuni ed il no alle grandi opere inutili e la salvaguardia del territorio, reddito di cittadinanza, leggi di responsabilità politica e riconversione dell’industria bellica. Tutti temi che messi in relazione tra di loro indicano un percorso di messa in discussione dell’attuale sistema, in particolare dei valori e dei principi su cui è fondato.
[Sito del Partito Umanista](http://www.partitoumanista.it)