In occasione dell’8 marzo, Festa della donna, ricorda l’impegno e l’aiuto che
le amiche Rossella e Ainhoa hanno portato ai profughi sahrawi nel deserto del sud dell’Algeria e, in modo particolare, alle donne sahrawi.
Nei campi profughi, le donne ricoprono, infatti, un ruolo fondamentale in un contesto ambientale e materiale difficilissimo e assicurano l’organizzazione quotidiana
della vita in esilio. Nei territori occupati dal Marocco, le donne sahrawi sono
in prima linea nelle manifestazioni pacifiche contro l’occupazione straniera
che, nel silenzio delle istituzioni internazionali, calpesta la dignità e
libertà di un intero popolo.
Confidando nella diplomazia e nei servizi segreti del governo italiano e
spagnolo, l’Ansps invita gli amici solidali a partecipare, con speranza e
amicizia, alle numerose iniziative per la liberazione di Rossella, sollecita
gli Enti Locali a promuovere ordini del giorno per la felice conclusione del
rapimento e a esporre la fotografia di Rossella sulla facciata delle proprie
sedi. Ai mezzi di comunicazione, chiede di vagliare con attenzione le fonti d’
informazione per evitare la diffusione di notizie inquinate, che circolano fin
dai primi giorni del sequestro e che potrebbero ritardare o addirittura mettere a rischio la liberazione dei cooperanti.
Rossella Urru, la notte del rapimento, il 22 ottobre 2011, si trovava, per
conto del CISP, nel campo profughi sahrawi nei pressi della città di Tindouf,
nel Sud dell’Algeria, impegnata insieme ai due cooperanti spagnoli nella
missione a favore dei rifugiati sahrawi.
Il sequestro, rivendicato da una
branca di Al Qiada nel Maghreb Islamico (AQMI), è il primo attacco contro la
cooperazione internazionale che opera per i sahrawi, popolo che da 36 anni –
lotta per la propria libertà, dignità e autodeterminazione.
Associazione nazione di solidarietà per il popolo saharawi