“Gli avvocati per i diritti umani intenteranno un procedimento giudiziario nel quale sosterranno che i dipendenti del servizio di intelligence britannico i quali assistano gli USA nel guidare attacchi di velivoli senza equipaggio in Pakistan potrebbero essere responsabili di “complicicità in omicidio” e che qualunque istruzione che permetta il passaggio alla CIA di informazioni da usare nell’attacco è illegale”.[The Observer]( http://www.guardian.co.uk/world/2012/mar/11/gchq-staff-war-crimes-drones).

L’assassinio politico attuato mandando commandos in paesi stranieri è una pratica ben consolidata da tempo, pur riuscendo a mantenere comunque un’aura di segretezza. Non era necessario ammettere l’esistenza di queste pratiche a livello ufficiale, visto che le identità di quanti vi erano coinvolti erano a loro volta mantenute segrete. Il grande pubblico ne aveva notizia più che altro attraverso le scintillanti rappresentazioni cinematografiche: James Bond aveva la sua “licenza di uccidere”, gli eroi di Hollywood, con i loro muscoli gonfiati di steroidi, sudati in Technicolor dietro le linee nemiche, combattevano sempre contro i cattivi, e vincevano.

Molti film di fantascienza presentavano un qualche congegno automatizzato che, sfidando le leggi della gravità, e agli ordini di un regime autoritario, invariabilmente perseguitava gli eroi. Dalla siringa piena di veleno di *Dune* ai mortali palloni bianchi della serie TV britannica *The Prisoner*, questi altamente selettivi agenti del Potere apparivano tanto lontani nel futuro come la colonizzazione di Marte. Velivoli teleguidati erano stati creati sin dal 1916, ma è stato solo all’epoca della guerra del Vietnam che il governo USA ha ammesso di farne uso, principalmente a scopo di ricognizione.

Ovviamente, l’uso pacifico di questa tecnologia si sta dimostrando di grandissima importanza in caso di incendi, o per ricognizioni particolarmente pericolose come ad esempio i sorvoli sull’impianto nucleare di Fukushima dopo il terremoto, e anche nell’industria cinematografica.

I droni bellici hanno cominciato ad essere usati in Pakistan nel 2004, inizialmente, pare, con il benestare delle autorità pakistane, ma ultimamente il numero di civili e di non-combattenti uccisi o mutilati durante gli attacchi dei droni sta provocando vivaci proteste da parte del governo pakistano, che accusa gli USA di “far tutto da soli”. C’è inoltre sempre maggiore consapevolezza che questi attacchi stanno mettendo l’opinione pubblica contro gli USA e rafforzando la posizione sia dei talebani che di Al Qaeda in Pakistan.

Secondo il [Bureau of Investigative Journalism]( http://www.thebureauinvestigates.com/2011/08/10/most-complete-picture-yet-of-cia-drone-strikes/) “in Pakistan sono avvenuti 305 attacchi della Cia, l’8% in più di quanto precedentemente detto. Solo durante la presidenza Obama ci sono stati 253 attacchi, uno ogni quattro giorni. Secondo i rapporti, in questi attacchi sono morte dalle 2.347 alle 2.956 persone, per la maggior parte militanti. La cifra minore su riportata è notevolmente superiore a quanto precedentemente si pensava, circa il 40% di vittime in più. Si tratta probabilmente per la maggior parte di militanti di basso rango. Finora, circa 150 militanti riconosciuti sono stati uccisi. Il Bureau ha raccolto notizie verosimili che parlano di 392-781 civili uccisi in questi attacchi, mentre le vittime tra i bambini sarebbero 175. Sotto la presidenza Bush, si pensa che in media un attacco su tre abbia ucciso un bambino. Per la prima volta, il Bureau ha compilato un accurato elenco dei feriti durante gli attacchi dei droni, che comprende almeno 1.158 persone.

**Tutto ciò è legale?**

L’assassinio essendo illegale, si è creata una nuova dicitura, “uccisione mirata”, che include chiunque possa essere sospettato di complottare, secondo la definizione di terrorismo contro gli Stati Uniti o un altro paese che utilizzi i droni. L'[American Civil Liberties Union]( http://www.aclu.org/national-security/frequently-asked-questions-about-targeting-killing) afferma nel suo sito: “Un programma di uccisioni mirate al di fuori di un qualsiasi campo di battaglia, senza alcun processo nè accusa, viola il diritto costituzionale ad un giusto processo. Viola inoltre la legge internazionale, in base alla quale forze belliche possono essere usate al di fuori delle zone di conflitto solo come ultima risorsa per prevenire minacce imminenti, quando mezzi non-letali si dimostrino non disponibili. Mirare a persone sospettate di terrrorismo per giustiziarle, lontano da zone di guerra, trasforma il mondo intero in un campo di battaglia”.

**Il punto di vista non violento**

È vero che quando la violenza è così rampante la nonviolenza sembra aver poco da offrire per fermarla nel breve termine. Ma questo significa solo che bisogna lavorare ancora più duramente nella prevenzione di ulteriore violenza. È dimostrato che guerre palesemente ingiuste non fanno che radicalizzare le comunità delle vittime. La giustizia sociale è l’unico mezzo per prevenire lo sviluppo di conflitti armati in una data popolazione. Così come eleggere governi impegnati nel rispetto dei diritti umani nel proprio paese e all’estero è l’unico sistema per smettere di creare nemici. Votare per chi grida più forte facendosi guidare dalla paura non fa altro che mantenerci in quel cerchio di violenza nel quale stiamo vivendo oggi.

Traduzione dall’inglese di Giuseppina Vecchia