CIn una missiva indirizzata al movimento della società civile ‘Colombianas y colombianos por la paz’ (Ccp), così si esprime il massimo comandante delle Farc (Forze armate rivoluzionarie della Colombia), Rodrigo Londoño Echeverry, alias ‘Timochenko’, confermando la decisione della prima guerriglia colombiana di liberare dieci ostaggi e rinunciare ai sequestri a scopo di estorsione.
“Quando ci siamo pubblicamente assunti l’impegno di rinunciare ai rapimenti per scopi economici abbiamo completato un processo interno promosso dal camerata Alfonso Cano (ucciso dall’esercito a novembre, ndr) volto a porre definitivamente fine a questa attività” ha aggiunto ‘Timochenko’, negando che le Farc tengano ancora in ostaggio centinaia di civili, come sostiene l’organizzazione non governativa ‘País Libre’ che ne conta 405, sulla base delle denunce dei familiari.
Secondo la polizia anti-sequestro, il numero dei rapimenti è peraltro diminuito negli ultimi anni: i sequestri registrati tra il novembre 2010 e il novembre 2011 sono stati 255: 145 sono stati attribuiti alla criminalità comune, 72 alle Farc, 30 ai ribelli del più piccolo Eln (Esercito di liberazione nazionale), e otto ai cosiddetti gruppi neo-paramilitari.
Allo stesso tempo, ‘Timochenko’ ha negato che siano di responsabilità delle Farc diverse azioni violente avvenute negli ultimi giorni in alcune zone del paese, attribuendole “all’intelligence militare”.
A proporre “l’avvio di un dialogo” è stata ieri anche la leader del Ccp, l’ex senatrice dell’opposizione Piedad Córdoba che ha sollecitato il presidente Juan Manuel Santos affinché “mostri disponibilità” a una trattativa, possibilità per cui finora il capo dello Stato ha sempre posto tre condizioni: che le Farc liberino tutti gli ostaggi, fermino il “terrorismo” e rinuncino al reclutamento di minori.