Nel secondo viaggio di questo genere in meno di un mese, una squadra di esperti dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) si è recata a Teheran per spingere le autorità iraniane a rispondere alle crescenti preoccupazioni sulla presunta costruzione di armi nucleari.
Ma il risultato della due giorni di incontri sembra essere destinato ad aggiungere nuove tensioni a quelle già esistenti tra l’Iran e le potenze occidentali, dopo le sanzioni contro il petrolio iraniano delle scorse settimane.
“Sia durante il primo che il secondo round di discussioni, la squadra dell’agenzia ha chiesto accesso al sito militare di Parchin. L’Iran non ha autorizzato la visita”, ha detto in un comunicato da Vienna l’Aiea dopo i colloqui del 20-21 febbraio.
Secondo l’agenzia, Parchin è un sito militare dove potrebbero svolgersi attività nucleari sensibili, anche se l’Iran respinge le accuse.
“E’ deludente che l’Iran non abbia accettato la nostra richiesta di visitare Parchin. Eravamo animati da uno spirito costruttivo, ma non è stato raggiunto alcun accordo”, ha detto il direttore generale dell’Aiea Yukiya Amano.
Non si è fatta attendere la reazione di Khamenei, il quale, parlando alla televisione poco dopo l’annuncio dell’Aiea, ha detto che “con l’aiuto di Dio e senza prestare attenzione alla propaganda, il corso delle attività nucleari dovrebbe proseguire con serietà e fermezza… Le pressioni, le sanzioni e gli omicidi non porteranno frutti. Nessun ostacolo potrà fermare il lavoro dell’Iran sul nucleare”.