Lo afferma una nota di Banca Etica diffusa scorsi all’indomani dell’approvazione da parte del Parlamento della manovra “Salva Italia” promossa dal Governo Monti.
In particolare Banca Etica, che con Etica SGR rappresenta il primo Gruppo bancario italiano interamente orientato ai principi della finanza etica, è “preoccupata per il modo in cui è stata disegnata la nuova imposta di bollo sugli strumenti di risparmio”. “La nuova imposta riguarderà azioni, obbligazioni, titoli di Stato, fondi d’investimento, conti titoli e polizze, con la sola esclusione di conti correnti, fondi pensione e conti deposito. Questi ultimi in particolare, andrebbero coerentemente equiparati alle altre forme di investimento” – afferma la nota.
“L’inserimento dell’imposta minima di 34,20 euro annui per tutti gli investimenti fino a 34 mila euro è una misura iniqua che penalizza tutta la platea dei piccoli risparmiatori” – sostiene Banca Etica. Dai 34 mila euro in su l’imposta è per tutti dell’0,1% nel 2012 e dello 0,15% a partire dal 2013. “Il provvedimento trascura il principio di progressività del sistema fiscale sancito dalla Costituzione Italiana. E’ evidente che una tassazione dello 0,1% avrà un grande impatto per i piccoli investitori e sarà quasi impercettibile per chi investe cifre ingenti; inoltre è stato fissato per tutto il 2012 un tetto per cui nessuno pagherà più 1.200 euro annui. Il tetto decadrà nel 2013, ma a quel punto i grandi investitori avranno fatto in tempo ad esportare i loro capitali verso qualche “paradiso fiscale”, come del resto sta già accadendo” – evidenzia il comunicato.
Banca Etica ha circa 36mila soci, in gran parte persone fisiche, molte delle quali partecipano al capitale della Banca per un importo inferiore a 1.000 euro. “Sono piccoli azionisti, sono la dimostrazione concreta che può esistere nel nostro Paese un’economia partecipata e promossa dal basso”. “Ci rammarichiamo – sottolinea Banca Etica – nel vedere che ancora una volta le nuove norme non fanno alcuna distinzione tra quegli investimenti speculativi che hanno contribuito a innescare la crisi e gli investimenti che hanno permesso invece di continuare a sostenere le imprese sociali e le organizzazioni della società civile. Crediamo ci sia spazio per provvedimenti innovativi a sostegno delle politiche di welfare nel nostro paese, a partire dagli incentivi per la capitalizzazione delle imprese sociali”.
Banca Etica si dice “consapevole che la crisi è molto seria” e “apprezza l’impegno del Governo verso una maggiore trasparenza in ambito finanziario, testimoniata anche dalla sostanziale abolizione del segreto bancario, così come accoglie con favore i pronunciamenti del Presidente del Consiglio a sostegno dell’istituzione di una tassa sulle transazioni finanziarie”. Ma “reclama maggiore equità da perseguire attraverso una tassazione progressiva e che premi chi investe in modo responsabile e sostenibile e penalizzi invece chi specula”. Nell’immediato Banca Etica chiede al Parlamento e al Governo di “modificare le norme introducendo l’esenzione dall’imposta di bollo per gli investimenti fino a 5mila euro per favorire le iniziative di democrazia economica e la partecipazione popolare nelle società di capitali”.
Già in precedenza, in occasione della presentazione in Parlamento, Banca Etica aveva diffuso una nota in cui si diceva “delusa” della manovra così detta “Salva Italia” proposta dal governo Monti in quanto non rispondente alle aspettative di svolta verso l’equità e di sostenibilità”.
Intanto, nei giorni scorsi venti docenti di economia con una “lettera aperta” hanno chiesto al Presidente del Consiglio, Mario Monti, “perché la ricchezza ‘liquida’ – titoli, depositi, investimenti finanziari – sia sfuggita del tutto alla manovra”.
“Si tratta – scrivono gli economisti – di un’assenza conturbante, in quanto questo provvedimento avrebbe alcuni ovvi vantaggi. In primo luogo potrebbe fornire un gettito sostanzioso: secondo i dati ufficiali dell’Associazione Italiana Private Banking, ‘Il valore della ricchezza investita nel private banking in Italia nel 2010 ha superato i livelli pre-crisi, al livello più alto da sempre, con 896 miliardi’. Questa naturalmente è solo una parte dell’imponibile. Aliquote anche molto miti consentirebbero di mantenere inalterata l’indicizzazione delle pensioni, con ovvi guadagni di equità e riducendo drasticamente gli effetti recessivi della manovra. Infine è il caso di sottolineare il guadagno di consenso che il governo ne ricaverebbe, per effetto della maggiore equità del prelievo complessivo della manovra; ed è noto come il consenso sia un capitale prezioso nei momenti di difficoltà”.
Anche la campagna Sbilanciamoci! ha dato un giudizio negativo sulla manovra presentata dal Governo Monti che – pur presentando alcuni provvedimenti in parte condivisibili – nell’insieme non è equa, colpisce i lavoratori, i pensionati, i cittadini, salva i grandi patrimoni e non contiene adeguate misure per la crescita e lo sviluppo”. Nei giorni scorsi Roberto Romano – ricercatore dell’IRES-CGIL e collaboratore di Sbilanciamoci – ha presentato una dettagliata analisi della manovra che entra nel merito delle singole misure appena approvate e evidenzia tutti i limiti del provvedimento insieme con la necessità di misure che siano veramente nel segno dell’equità sociale e della crescita economica del paese.