Da anni ne paghiamo le conseguenze con una crisi senza precedenti che tuttora non sembra offrire spiragli di luce all’orizzonte e che necessariamente ci porta ad analizzare le cause generatrici di questo circuito-sistema perverso; una perversione che nasce dall’avere lentamente sfigurato e stravolto il ruolo primario dell’attività di banca, in origine volto al finanziamento dell’economia reale. Cambiare rotta non è e non può più essere solamente compito da affidare alle istituzioni ma, oggi più che mai, rappresenta una sfida personale che si può vincere creando una coscienza collettiva e allo stesso tempo un maggiore senso di responsabilizzazione individuale.
Il Cambiamento ha discusso della crisi finanziaria e della finanza etica con Andrea Baranes, Presidente della Fondazione Culturale Responsabilità Etica della rete di Banca Etica.
Mai come in questi mesi si è parlato e si continua a parlare di finanza, dei mercati, di indici e spread, di signoraggio bancario, di invadenza della speculazione finanziaria nella politica pubblica. Che idea ti sei fatto?
Oggi la finanza ha perso la sua funzione sociale. Non è più uno strumento al servizio delle attività umane ma un fine in se stesso per fare soldi dai soldi nel più breve tempo possibile. Le conseguenze di tale atteggiamento sono sotto gli occhi di tutti, nella crisi finanziaria globale esplosa nel 2007 con la bolla dei mutui subprime in USA e che continua coinvolgendo interi Paesi, come purtroppo anche l’Italia.
Per non parlare del fatto che esistono degli strumenti finanziari derivati, i CDS (Credit Default Swap) che oggi consentono di scommettere anche contro interi Paesi e di guadagnare dalle difficoltà di questi Paesi, come è avvenuto in Grecia o come avviene oggi in Italia. Scommesse che esasperano i problemi reali e le ondate speculative. Paradossalmente è la finanza etica a fare oggi ciò che la finanza dovrebbe fare: aiutare l’economia reale, la creazione di posti di lavoro, uno sviluppo della società ‘ambientalmente’ sostenibile. La maggior parte del sistema finanziario ha perso di vista tale obiettivo, e, attratta dal miraggio di profitti facili, si è trasformata in un casinò globale.
Dario Lo Scalzo