“La situazione umanitaria è drammatica, le pareti dell’ospedale sono annerite dalle esplosioni e sfregiate dai proiettili” racconta Steven Anderson, che lunedì ha coordinato una missione del Cicr per la consegna all’“Ibn Sina” di cilindri di ossigeno e apparecchiature essenziali per l’assistenza medica.
La settimana scorsa gli operatori del Comitato internazionale della Croce Rossa (Cicr) non erano riusciti a consegnare aiuti a causa dei bombardamenti e degli scontri armati. La riuscita dell’ultima missione è importante perché, sottolinea Anderson, “l’ossigeno permette di operare in modo accettabile chi ha subito ferite di arma da fuoco”.
L’emergenza umanitaria riguarda anche migliaia di persone che nelle ultime settimane sono riuscite a fuggire dalla città, situata lungo la costa del Mediterraneo a metà strada tra Tripoli e Bengasi. Insieme con la Mezzaluna Rossa, il Cicr sta distribuendo cibo e acqua a migliaia di persone accampate a ovest e a est di Sirte.
Responsabili del Consiglio nazionale di transizione, l’organo politico-militare delle forze anti-Gheddafi che controllano ormai gran parte della Libia, hanno annunciato ieri un’offensiva “finale” per la conquista di Sirte. In questa città di circa 130.000 abitanti i sostenitori del colonnello continuano a resistere come a Bani Walid, un centro alle porte del Sahara dove secondo fonti della MISNA bombardamenti avrebbero colpito anche l’ospedale locale. “I combattenti di entrambe le parti e le forze Nato – sottolinea Anderson – devono rispettare la legge umanitaria internazionale, proteggendo i civili e garantendo accesso al personale medico e umanitario”.