Di Martha Meier Miró Quesada
Tutto infatti deve apparire bello sugli scaffali dei supermercati, niente ammaccature, protuberanze, niente spinaci scoloriti o lenticchie troppo piccole. Quelle vanno nella spazzatura!
Dire che nel mondo si patisce la fame per mancanza di cibo, è totalmente falso. Il cibo sarebbe sufficiente per tutti ma in alcune parti del pianeta ce n’è in eccesso e in altre scarseggia.
Non esiste quindi una scarsità globale dei alimenti. Le famiglie più fortunate vivono sommerse nella cultura dello spreco. Quante volte comperiamo più di quanto ci occorre? Quante volte buttiamo prodotti scaduti dimenticati in un angolo del frigo? E nei Paesi sviluppati le cose sono anche peggio. Alcuni dati della EPA, l’Agenzia per la tutela ambientale degli Stati Uniti rivelano che nel 2009 gli americani hanno gettato nella spazzatura qualcosa come 33 milioni di tonnellate di cibo. La cifra globale è di 1 miliardo e 300 milioni di tonnellate l’anno.
E’ ovvio quindi che Patricia Teullet, direttrice generale di Comex, l’agenzia per il commercio estero del Perù, si sbaglia di grosso quando sostiene che sono necessari i semi transgenici per elevare la produttività e per il bene dell’umanità. In realtà, “il pianeta dispone di risorse alimentari sufficienti per tutti” come afferma il segretario delle Nazioni Unite Ban Ki-Moon
Che cosa succede allora?
Se c’è cibo per tutti, perché lo scorso anno 925 milioni di persone – 1 su 7 – non hanno avuto una nutrizione adeguata? In realtà ci sono vari fattori, tra questi il mercato e la mancanza di infrastrutture. I sistemi di distribuzione di cibo sia locali che globali non funzionano come dovrebbero. Nel nostro paese, il Perù, come in altri paesi in via di sviluppo, il pessimo stato delle strade, la mancanza di mezzi di trasporto e di stoccaggio adeguati e l’assenza di infrastrutture per la lavorazione nei luoghi di produzione, portano alla perdita di frutta, cereali, tuberi e altri prodotti alimentari. Migliaia di tonnellate di cibo marciscono durante il trasporto. D’altro canto, non si può ignorare anche la speculazione dei prezzi per la crescente domanda di prodotti come il granturco, la soia e la canna da zucchero come materia prima per la produzione di biocombustibile. Non a casa lo la FAO ha celebrato ieri la Giornata Mondiale dell’Alimentazione, con lo slogan “prezzi degli alimenti: dalla crisi alla stabilità” e Ban Ki-moon ha ricordato che per i più poveri, che utilizzano l’80% delle loro risorse per acquistare il cibo, la questione dello spreco è a dir poco devastante. Nel biennio 2007-2008 l’inflazione degli alimenti ha causato la povertà e la fame di circa 80 milioni di persone.
La perfezione
Lo spreco di cibo ha a che fare anche con le esigenze estetiche dei mercati: milioni di tonnellate di ogni tipo di vegetale in perfetto stato vengono distrutti per la più lieve imperfezione. Tutto deve essere esteticamente bello per poter adornare gli scaffali dei supermercati. Guai alle ammaccature, le protuberanze, i colori smunti. Si butta tutto nella spazzatura.
Ben nutriti
Garantire la sicurezza alimentare a tutti quanti dipende dalla volontà politica dei governanti del pianeta. E’ necessario intervenire su più fronti, affinché gli alimenti non marciscano durante il trasporto, il cibo venga distribuito in modo efficiente, si combatta la speculazione, e vengano puniti coloro che di fronte alla sovrapproduzione, per mantenere alti i prezzi, arrivano a rovesciare il latte nei fiumi o a bruciare tonnellate di pollo, come visto in più di un’occasione qui nel nostro Paese. Come scrisse Papa Giovanni Paolo II, “la sfida a tutto il genere umano è di ordine economico e tecnico ma anche di ordine etico-spirituale e politico. E’ una questione di solidarietà, di vero sviluppo e di crescita reale”.
E allora tutta la questione del cibo e delle sementi transgeniche? Ebbene, non ha niente a che vedere con il benessere dell’umanità ma con i meri interessi delle grande aziende farmaceutiche e chimiche che pretendono di appropriarsi di tutto ciò che mangiamo, a cominciare da un piccolo semino.
Le cifre
I prezzi del riso, del granturco, della soia e del frumento sono aumentati nel 2007 del 100%. Questo ha provocato l’aumento della denutrizione da 100 a 1 miliardo di persone. Nel caso di granturco e soia in particolare, i prezzi sono andati alle stelle a causa della crescente domanda per la produzione di biocombustibili.
FONTE: Diario El Comercio. Perú.
Tradotto da Eleonora Albini