Pressenza New York 29/09/20011
Ierisera, il regista Michael Moore è andato a trovare i partecipanti di Occupare Wall Street, ai quali anche Noam Chomsky ha inviato un messaggio di sostegno, aggiungendosi così alla lista dei vari personaggi famosi che stanno dando un profilo importante a questa piccola manifestazione, da oltre una settimana attiva in un parco a pochi isolati da Wall Street.
A fronte di minacce di espulsione, da parte delle autorità, degli occupanti del parco ribattezzato Piazza della Libertà, e dell’arresto di oltre 80 di loro durante una delle loro marce quotidiane l’altro sabato, arresto effettuato con uso eccessivo della forza e che ha già prodoto denunce formali ocntro la polizia di New York, c’è la generosa copertura mediatica di importanti testate, come il New York Times, notiziari televisivi e radiofonici locali, reti sociali e strumenti come Livestream, tutte cose che, aggiunte alla breve presenza di Michael Moore e all’appoggio di Chomsky, hanno rincuorato e incoraggiato i giovani presenti.
“Tra cent’anni, la gente si ricorderà che voi siete venuti in questa piazza e avete dato vita a questo movimento”, ha dichiarato il regista davanti a 150 manifestanti. Senza megafono nè altri sistemi acustici,le parole di Moore arrivavano a tutti attraverso la procedura del “microfono umano” usata nelle assemblee generali, quando ogni fila di persone ripete in coro le parole per quelli che sono dietro a loro, e il messaggio si trasmette come un’onda.
“Questo è qualcosa di storico e di importante, che doveva succedere prima o poi da qualche parte”, ha affermato Moore, ricordando che circa 11 anni fa egli stesso fu arrestato davanti a Wall Street quando, insieme a Rage Against Machine, decise di lanciarsi contro le porte della borsa valori.
Moore ha poi proposto alcune sue idee da aggiungere alla lista di richieste che i manifestanti stanno elaborando nelle loro assemblee quotidiane: Chiedo che i responsabili della distruzione di milioni di vite siano arrestati e portati davanti alla giustizia. Un’altra richiesta, ha aggiunto, sarebbe pretendere che i ricchi paghino, imponendo loro tasse più alte. Ha poi lanciato accuse contro i signori di Wall Street: “sono ladri, sono banditi, sono cleptomani; hanno cercato di impossessarsi della nostra democrazia per trasformarla in “cleptocrazia”.
Non vi demoralizzate se qui e ora siete solo qualche centinaio. Tutti i grandi movimenti iniziano con poche centinaia di persone, ha continuato. “Quello che dobbiamo fare qui è renderci conto di quanto più potere abbiamo rispetto a loro. Loro credono che il potere derivi dai loro conti bancari, invece il nostro potere deriva dal popolo; da tutto il popolo, non 400 persone (ricche)”.
I manifestanti hanno anche ricevuto una dichiarazione di sostegno da Chomsky. “Chiunque tenga gli occhi aperti sa che il banditismo di Wall Street, e in genere delle istituzioni finanziarie, ha causato un grave danno al popolo degli Stati Uniti ma anche a quello di tutto il mondo. Bisogna sapere che negli ultimi trent’anni è andata sempre peggio, man mano che è andato aumentando in modo radicale il loro potere economico, e con questo il loro potere politico. Questo ha scatenato un circolo vizioso che ha concentrato immensa ricchezza e potere politico in un settore molto ridotto della popolazione, una frazione dell’uno per cento, mentre il resto si va trasformando sempre più in quello che si chiama “precariato”: sopravvivere in una esistenza precaria”, ha scritto, aggiungendo che i più potenti e ricchi “attuano queste attività delittuose nella quasi totale impunità; non solo sono troppo grandi per fallire, sono anche troppo grandi per finire in carcere”.
Ha poi concluso dicendo che le attuali proteste in Wall Street, coraggiose e giuste, devono servire a portare questa calamità all’attenzione pubblica, e indurre gli sforzi necessari a superarla e ad indirizzare la società su un cammino più sano.
Altre occupazioni potrebbero essere probabili.
Nonostante queste persone siano qui dal 17 settembre, il loro numero non è cresciuto, ma gli attivisti dicono che c’è l’intenzione di organizzare altre occupazioni simili in oltre 52 città, come Chicago o San Francisco.
Le autorità hanno espresso preoccupazione per l’eventualità che le cose possano esplodere in proporzione molto maggiore rispetto alla manifestazione odierna.
Secondo il New York Times, la polizia prende come punto di riferimento le grandi manifestazioni no-global, come quella di Seattle del 1999, o quella di Londra del 2009 prima del G20, per quanto i manifestanti non sembrino richiamarle, o comunque farvi riferimento. Il Times ricorda come, nelle settimane precedenti, i comandanti della polizia abbiano esaminato le sommosse di Londra di questa estate, e abbiano sviluppato strategie per affrontare eventuali avvenimenti simili.
Sia detto per inciso, sin da agosto gli investigatori della polizia e dell’FBI hanno monitorato la convocazione e l’organizzazione della manifestazione chiamata Occupare Wall Street, avvenute quasi esclusivamente attraverso Internet.
Ma per ora, tuttavia, qui non sta succedendo nulla che assomigli a quelli che sono i punti di riferimento dei manifestanti: Puerta del Sol, il movimento in Cile, La Piazza Tahrir del Cairo.
Con gli strumenti elettronici la protesta si diffonde universalmente, e a volte dà l’impressione di essere molto più grande di quanto non sia.
Tuttavia, le autorità temono, e i progressisti in tutto il paese sperano, che possa forse essere il preludio di un massiccio movimento popolare contro l’avidità imprenditoriale, la diseguaglianza economica sempre più marcata e le manovre finanziarie che hanno scatenato la peggior crisi dai tempi della grande depressione, fenomeni che hanno distrutto le prospettive future di tutta una generazione.
Per seguire l’evoluzione degli avvenimenti su Internet, Facebook o Twitter, e per vedere alcune scene dal vivo:
occupywallst.org/; livestream.com/globalrevolution
adbusters.org/campaigns/occupywallstreet
readersupportednews.org/news-section2/318-66/7468-occupy-wall-street-take-the-bull-by-the-horns.