Il governo italiano, non a caso, si pone in prima linea in questa opera di smantellamento dei diritti
fondamentali, della democrazia e, quindi, della libertà. Ma, purtroppo, questo governo non è solo.

Tutta l’Unione Europea, infatti, lungi dall’essere la realizzazione di quel sogno che avevo mosso i
suoi più sinceri fautori, sta diventando un vero e proprio incubo.
Quando fu introdotto l’Euro come moneta unica ci avevano detto che l’unione monetaria avrebbe
favorito l’unione politica. Molti di noi non hanno mai creduto a questo assioma e, purtroppo,
i fatti ci hanno dato ragione. Ciò che è successo è esattamente il contrario: la politica oggi è
completamente asservita ai dettami della Banca Centrale Europea.
La più pesante conseguenza di
questo asservimento della politica è la riduzione progressiva del livello di democrazia e quindi della
libertà di tutti gli europei.

Inoltre chi, come le forze cosiddette progressiste, avrebbe dovuto porre maggiore attenzione al
grado di democrazia vigente nel continente europeo, non ha fatto altro che sposare senza alcun
indugio una teoria dello sviluppo legata all’idea che fossero il mercato e il denaro a governare. Una
vera e propria abdicazione della politica a favore del potere del denaro.

Lo strapotere così consolidato del denaro ha avuto conseguenze disastrose che sono, tra l’altro,
anche alla base della crisi economica attuale: i mercati sono diventati dei poteri intoccabili che
usano le stesse crisi come strumento per rafforzarsi; il lavoro è stato progressivamente svalorizzato
da forme sempre più aggressive di precarizzazione e neo-servilismo; la vita stessa viene sempre
più mercificata, come dimostrano i continui attacchi all’ambiente in nome di un falso modernismo
dettato da una globalizzazione sempre più fallimentare.

Quando il potere reale sta nelle mani di chi detiene il potere economico e non di chi è stato
democraticamente eletto; quando si è costretti a subire ogni angheria e prepotenza pur di avere un
lavoro che ti permetta di tirare avanti; quando la nostra stessa vita è considerata nulla di più di una
merce di scambio, allora è la nostra stessa libertà ad essere in serio pericolo.

La politica, in quanto strumento fondamentale che dovrebbe contribuire, insieme ad altri,
all’avanzamento dell’essere umano verso la sua autoliberazione, non abita più nelle sedi
istituzionali della cosiddetta Unione Europea e dei singoli paesi che ne fanno parte, dove la
gestione degli interessi comuni, ormai, non va oltre un livello molto vicino a quello di una gestione
condominiale.

Non è più sufficiente opporsi alle manovre economiche partorite dai governi per la pur necessaria
difesa dello stato sociale e del potere d’acquisto dei salari e delle pensioni. Non basta più dire
semplicemente “noi non paghiamo”, né fare proposte tanto timidamente progressiste quanto inutili.

All’interno di queste lotte è necessario che si insinui il virus della libertà. Quella stessa
voglia di libertà che ci fa guardare al futuro come un bene comune e non come qualcosa
da salvaguardare individualmente. La stessa voglia di libertà che genera quella massima
disobbedienza all’apparente destino così necessaria per ricominciare a percorrere il cammino
verso la totale autoliberazione.