Assenza di leader, di bandiere, di partito e sindacati, partecipazione individuale e paritaria alla discussione, approvazione delle proposte secondo il metodo della ricerca di una soluzione condivisa e non a maggioranza: questi i cardini fondamentali che sostengono le assemblee dei cugini iberici e che sono stati condivisi dalle circa 650 persone sedute in cerchio a piazza s. Giovanni.
Il tutto svolto con dichiarato spirito non violento e rispettoso degli spazi pubblici. L’assemblea è stata arricchita dalla presenza di quattro indignados spagnoli partecipanti al movimento 15-M, che hanno condiviso con i presenti la loro esperienza personale e di attività, fatta di mesi di duro lavoro e di tante emozioni.
Parallelamente, nella stessa piazza, ha avuto luogo il tavolo sul lavoro organizzato dall’Isola dei cassintegrati, il blog che dallo scorso anno si occupa di attirare l’attenzione mediatica, attraverso l’esperienza diretta dei lavoratori, sul caldissimo tema dell’occupazione in Italia. Decine i lavoratori partecipanti che hanno offerto, con i loro racconti, un quadro drammatico della condizione operaia, spunto, per gli stessi indignati seduti in assemblea, di molte riflessioni. Gli indignati, infatti, hanno proseguito i loro lavori fino a tarda sera, stabilendo nel dettaglio il programma per il giorno successivo.
Una domenica assolata ha accolto chi, di coloro che avevano raccolto l’appello assembleare da altre città italiane, ha passato la notte in tenda di fronte alla basilica. Verso le 1030 di nuovo al lavoro. Divisi in quattro commissioni tematiche, hanno discusso di ecologia e cultura, dei giovani, del lavoro, di diritti umani e disabilità, portando nuovamente in assemblea la sintesi di quanto elaborato.
Non per ultimo, è stato trattato un argomento importante per tutti i partecipanti: l’organizzazione del 15 ottobre, data in cui centinaia di movimenti, comitati, sindacati, associazioni e singoli si preparano a scendere nelle piazze di tutto il mondo per protestare contro il sistema economico e politico responsabile della crisi attuale.
Gli “indignati” questo sistema vorrebbero cambiarlo e propongono, a tal fine, l’unificazione dietro un’unica istanza di tutti coloro che aderiscono all’appello spagnolo della “global revolution”, fuori da logiche di partito e di bandiera, affinché, attraverso la partecipazione dei cittadini alle assemblee, possa realizzarsi il sogno: cambiare il mondo è possibile.
Dario – Indignati Roma