Antonio Guterres, alto commissario ONU a capo dell’agenzia per i rifugiati, ha descritto la siccità come “la più grave tragedia umanitaria del mondo” ed ha aggiunto “credo che stiamo assistendo al disastro umanitario più tragico nel corno d’Africa e specialmente in Somalia. La combinazione del conflitto e della siccità sta generando una situazione terribile e un grande numero di persone è costretto a fuggire. I bambini muoiono durante il cammino, bambini diretti in Etiopia o in Kenia, e i medici non possono neanche curarli a causa del livello di denutrizione”.
Le leggi antiterrorismo degli Stati Uniti, ostacolano gli aiuti umanitari in Somalia
Alcuni organismi di aiuto internazionale denunciano che gli sforzi per assistere la popolazione sono stati ostacolati a causa di leggi antiterrorismo che proibiscono di fatto alle persone o alle organizzazioni di fornire aiuti umanitari a gruppi collegati con al Shebab, un’organizzazione terrorista che controlla parte del paese. Jeremy Konyndyk di Mercy Corps ha detto: “le leggi statunitensi sulla fornitura di materiali ai terroristi si sono trasformate in un impedimento diretto per far fronte alla siccità: gli Stati Uniti hanno impedito qualsiasi tipo di azione umanitaria che possa risultare da aiuti forniti ai militanti, anche in piccola parte”.
Secondo un altro Funzionario dell’ONU la siccità è legata al cambiamento climatico
Valerie Amos, anche lei alto funzionario ONU, afferma che il mondo deve capire che la situazione somala è legata al cambiamento climatico.
Sottosegretario per gli Affari Umanitari e Coordinatrice degli Aiuti di Emergenza ha dichiarato: “Dobbiamo prendere l’impatto del cambiamento climatico con più serietà. Tutto ciò che ho appreso è che in passato la siccità avveniva ogni dieci anni, poi ha cominciato a verificarsi ogni cinque anni e oggi ogni due anni. E se non piove all’inizio o alla fine dell’anno, il problema si protrae per l’anno seguente”.
Tradotto da Eleonora Albini