Per la prima volta da sedici anni si è superato il quorum del 50% + uno, necessario perché il referendum sia valido (questa volta si è arrivati al 57%) e la percentuale dei sì a tutti i quesiti ha superato il 90%.
Il governo Berlusconi ha cercato fino all’ultimo di impedire o ostacolare la consultazione, prima con una finta cancellazione delle norme sul nucleare, che lasciava comunque la possibilità di introdurlo tra qualche anno, quando la gente sarebbe stata meno “emotiva e spaventata” dopo la tragedia di Fukushima e poi invitando gli elettori a restare a casa e a non votare dei referendum inutili. Tra i milioni di italiani che invece sono andati a votare ci sono molti elettori di destra, compresi presidenti di regione e sindaci che si sono pubblicamente dichiarati contrari alle centrali nucleari e all’acqua privata.
Ma oltre alla straordinaria partecipazione nei due giorni del referendum, il dato più interessante di questa vittoria sta nel modo in cui ci si è arrivati: una campagna dal basso, con centinaia, migliaia di iniziative in tutta Italia organizzate da comitati e associazioni (meno dai partiti di sinistra, che tranne qualche eccezione si sono accodati verso la fine), un uso intenso e intelligente della rete per produrre spot e video efficaci, divertenti e ironici e aggirare la vergognosa censura dell’informazione televisiva e uno spirito allegro e irriverente che ha fatto apparire ancora più truci, patetici e superati i vecchi politici al governo.
Come nella campagna per le elezioni amministrative che poche settimane fa ha assestato il primo colpo a Berlusconi & C con la vittoria a Torino e Bologna al primo turno e a Milano, Cagliari e Napoli al secondo, i grandi protagonisti di questa nuova stagione sono i giovani. Non solo attivisti, ma anche creativi capaci di prendersi in giro con esilaranti parodie e instaurare dappertutto un clima di festa, impegno e speranza che non si vedeva da anni.
E questo è il dato più esaltante, che fa ben sperare per il futuro.