Nella Villa di Salvarcar, dove un anno e mezzo fa avvenne il massacro di 16 giovani, che il governo federale segnalò come criminali, effettuarono il primo atto pubblico in mezzo al quale è accaduto il saluto di consolazione mutuo tra Sicilia e Luz Maria Davila, madre di due degli assassinati.
Anche il Juarez violento è stato presente nel ricevimento, perché vari ragazzini coi suoi visi coperti si scagliarono contro le pattuglie della Polizia Federale che custodivano la carovana ed insultarono i nuovi arrivati, raccontò il periodico *“Milenio”*.
Il giornale rivela che qualcosa di simile è accaduto in Monterrey e Torreon, ed assicurò che solitamente questi minorenni sono contrattati per i cartelli per bloccare viali e fare marce col fine di chiedere l’uscita dell’Esercito dalle piazze.
Qui è stato assassinato Marisela Escobedo Ortiz il 16 dicembre 2010 per esigere giustizia nel femminicidio di sua figlia Rubì, dice una targa collocata dai partecipanti alla carovana nel marciapiede, quasi alle porte del Palazzo di Governo locale, giusto sul posto dove morì.
La Rifondazione dello stato messicano mediante una riforma politica, dove i cittadini abbiano potere di fronte alla classe governante, è l’appello principale del movimento sociale diretto da Sicilia.
Il Messico col quale sognano questi attivisti potrebbe revocare il mandato del presidente della Repubblica, governatori statali, sottosegretari; mentre i deputati e senatori corrotti potrebbero essere giudicati e sarebbero possibili le candidature dei cittadini onesti.