Oggi a questa nuova opzione militare – sollecitata dall’amministrazione USA – si accodano Napolitano e il PD.
E’ davvero incredibile come tali scelte, invece di esser condivise in ambito ONU, vengano decise in telefonate fra capi di governo, senza alcuna consultazione democratica.
Vengono esclusi quei popoli in nome dei quali l’ONU dichiarava – alla sua costituzione – di voler scongiurare il flagello della guerra.
E’ incredibile leggere dichiarazioni come quella di Marina Sereni (PD): “La scelta annunciata dal Presidente del Consiglio di partecipare ai bombardamenti di obiettivi militari in Libia è la conseguenza obbligata della nostra appartenenza alla Nato ed è coerente con il ruolo geostrategico dell’Italia nell’area”.
E’ infatti assolutamente falso che l’appartenenza dell’Italia alla Nato preveda tale obbligo, che scatta solo se una nazione della Nato venisse attaccata militarmente.
Ed è grave che il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano dichiari: “L’ulteriore impegno dell’Italia in Libia costituisce il naturale sviluppo della scelta compiuta dall’Italia a marzo, secondo la linea fissata nel Consiglio supremo di difesa da me presieduto e quindi confortata da ampio consenso in Parlamento”.
PeaceLink fa appello alla società civile: l’opinione pubblica può e deve dissociarsi dalle bombe e dalla guerra. Nessuna risoluzione ONU impone all’Italia di bombardare. La risoluzione ONU prevede solo la no-fly zone.
Ogni altra azione, oltre che provocare nuove possibili vittime, viola la nostra Costituzione che nell’articolo 11 “ripudia la guerra”; l’Italia prevede, nella seconda parte, delle “limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni”; prevede quindi la partecipazione ad organismo sovranazionali per scopi di pace, non certo per fare la guerra.
Scopo dell’ONU è quello di far cessare il fuoco, non far vincere una delle due parti in conflitto in Libia.
Grave è l’appoggio di Napolitano, Berlusconi e PD a un’operazione che viola sia la risoluzione ONU sia l’articolo 11 della Costituzione Italiana.
Spetta al popolo italiano, alla società civile, dissociarsi da questa manomissione dei cardini fondamentali dell’identità nazionale che dopo il 25 aprile 1945 furono fissati perché in Italia non risorgesse alcuna ambizione di ingerenza militare all’estero. Per decenni in Italia le forze politiche sono state concordi a tenere fuori l’Italia da ogni azione di bombardamento in teatri di guerra; oggi è in atto invece un grave strappo a quella tradizione costituzionale che fissò le basi della nostra democrazia e gli ideali della Repubblica.
E’ nostro compito testimoniare e rivendicare quei valori di pace e democrazia per i quali è stata scritta la nostra Costituzione, oggi calpestata.