“La Charta 08 di Liu, un’appassionata ed impeccabile dichiarazione dei diritti del popolo cinese e un’appello a favore di riforme politiche, è un’enunciazione audace che deve aver fatto tremare la terra sotto i piedi delle autorità”, ha detto Tony Hung in una lettera pubblicata sul giornale, scrivendo sul South China Morning Post. “Sebbene abbiano cercato di tagliare tutti i suoi contatti con il resto del mondo, non hanno potuto mettere a tacere le sue idee nè quelle delle persone che sono venute dopo di lui”.
A livello internazionale è cresciuto il supporto a favore di Liu Xiaobo tanto da farlo diventare il principale candidato per il Premio Nobel per la Pace, è lui il favorito. Liu attualmente si trova con i suoi cinque compagni di cella in una prigione nel nord-est della Cina nella città di Jinzhou, a circa 300 miglia da Beijing.
Liu ha 54 anni. E’ stato condannato a 11 anni di prigione per sovversione il giorno di Natale 2009 in quanto principale organizzatore della Charta 08 che lanciava un appello a favore di riforme democratiche. E’ stata firmata da 300 scrittori, avvocati e attivisti, ispirata alla famosa Charta 77 redatta negli anni Settanta dai dissidenti cecoslovacchi.
Le autorità hanno permesso a sua moglie Liu Xia, di 50 anni, di fargli visita solo una volta al mese da quando a maggio era stato trasferito da Beijing.
Le idee e le azioni di Liu Xiaobo sono simili a quelle di precedenti vincitori come il Dalai Lama e Aung San Suu Kyi.
La polizia arrestò Liu Xiaobo nel suo appartamento a Dicembre 2008, un giorno prima della pubblicazione della Charta 08, mentre stava lavorando su un articolo della Carta per un magazine di Hong Kong.
In precedenza Liu Xiaobo aveva trascorso cinque anni sotto differenti forme di detenzione e molti altri sotto stretta sorveglianza o occasionalmente agli arresti domiciliari.
Perse il suo lavoro come lettore di letteratura all’ex Beijing Normal University e fu detenuto per quasi due anni per aver difeso degli studenti che avevano partecipato alla protesta di Piazza Tienanmen nel 1989. Liu, noto critico letterario, scrittore e filosofo richiese un’inchiesta contro i brutali provvedimenti dei militari sui protestanti.
La Charta 08 incita a radicali cambiamenti al fine di creare “uno stato costituzionale libero e democratico” e chiede il rilascio di tutti i prigionieri politici. Ai 303 firmatari dopo se ne aggiunsero altre centinaia che volevano tutti trasformare la Cina, lamentando la mancanza di libertà, uguaglianza e rispetto dei diritti umani.
“Tutti hanno tentato di usare la non-violenza per favorire cambiamenti graduali, la persuasione e il compromesso per sostenere i diritti umani e per favorire la transizione verso una società più pacifica” ha affermato un cronista.
L’ex presidente della Repubblica Ceca Vaclav Havel, che ha firmato la Charta 77 come un dissidente, ha anche co-pubblicato una lettera di sostegno a Liu sul New York Times a Settembe 2010. Il fatto che il Dalai Lama abbia appoggiato Liu non ha facilitato le cose con le autorità cinesi.
Un altro illustre personaggio che ha firmato la Charta 08 è un professore di filosofia di stanza a Beijin, Xu Youyu. Quest’ultimo ha detto che Liu e altri attivisti hanno fronteggiato “persecuzioni e oppressioni” al solo fine di sostenere i “valori fondamentali di una società civile”.
Xu in una lettera aperta ha scritto “Assegnando il premio a Liu Xiaobo si lancerebbe un messaggio molto positivo”.
“Questo potrebbe riaffermare in modo chiaro e univoco i valori più importanti dell’umanità, fungendo da supporto a favore delle battaglie per la libertà e la democrazia che mancano tra gli 1,3 miliardi di cinesi e potrebbe segnare un passo ulteriore a favore della pace nel mondo”.
(Traduzione dall’inglese di Margherita Kochi)