A seguito dell’appello del Partito Umanista Internazionale, sono stati organizzati diversi raduni davanti le Ambasciate del Cile ed è stata consegnata una lettera agli Ambasciatori per chiedere la liberazione immediata di tutti i prigionieri politici mapuche, alcuni dei quali in sciopero della fame e per eseguire con urgenza tutte le raccomandazioni che le organizzazioni internazionali hanno rivolto allo Stato cileno.
Dopo il 2003, numerosi rapporti realizzati da organizzazioni delle Nazioni Unite hanno messo in evidenza violazioni dei diritti nella comunità dei Mapuche. Più recentemente, un nuovo relatore delle Nazioni Unite, James Anaya, ha segnalato che diverse leggi cilene « favorirebbero l’appropriazione, tramite le imprese private, delle risorse naturali e delle risorse geotermiche delle terre proprie dei gruppi indigeni asymara, quechua, atacameño ou lickanantay, mapuche, colla e diaguita con gli ovvi effetti negativi sull’uso e sulla fertilità delle loro terre».
Nonostante tutte le raccomandazioni delle organizzazioni internazionali, l’Araucanía è sempre militante e alcuni militari mapuche sono trascinati davanti alla giustizia attraverso la Legge anti-terrorismo, legge promulgata sotto la dittatura di Pinochet.
William Dupré, Presidente del Partito Umanista Francese, dopo la consegna della lettera ha dichiarato che « la lotta degli indigeni Mapuche per rivendicare il loro diritto a vivere con dignità, in armonia e con le loro terre, rappresenta la lotta di tutti gli esseri umani che si battono contro la violenza del sistema economico-finanziario. Un sistema pronto a tutto per accaparrarsi le risorse naturali e per realizzare sempre più profitti alle spese di una minoranza. Noi dal canto nostro, comprendiamo bene solo quello che accade per il problema della pensione, dell’educazione e della sanità. »
(Traduzione dal francese di Margherita Kochi)