La cosiddetta Legge sui Servizi di Comunicazione Audiovisiva divide lo spazio radio in tre parti uguali tra Stato, settore privato e organizzazioni senza scopo di lucro.
La norma riduce inoltre da ventiquattro a dieci i servizi di radio e tv nelle mani di un solo proprietario, e proibisce ad un’impresa che possegga un canale di essere anche proprietaria di un servizio tv via cavo nella stessa località.
L’articolo più discusso dall’opposizione è quello che obbliga le compagnie attualmente in possesso di più di dieci licenze radio o tv, a cedere i mezzi in esubero nell’arco di un anno.
Secondo il governo, la nuova legge “ decentra e de monopolizza” il mercato mediatico.
Per gli oppositori invece si tratta di una strategia della maggioranza di governo affinché lo Stato aumenti il suo controllo sui mezzi.
La settimana scorsa la Fernandez accusò Clarín e il quotidiano La Nación, i due principali quotidiani del Paese, di essersi appropriati illegittimamente di Papel Prensa, l’unica impresa produttrice della carta stampa del Paese e di cui Clarin è socio maggioritario.
Durante un discorso di più di un’ora trasmesso sulla rete nazionale, la leader di governo ha accusato i giornali di aver portato a termine l’impresa attraverso un patto col governo militare del 1976, che sequestrò e torturò la famiglia proprietaria di Papel Prensa. Accuse che i mezzi hanno nettamente negato.
Oltre ad aprire un’indagine sul caso di fronte alla Giustizia, il governo ha anche trasmesso al Congresso un progetto di legge per dichiarare “questione di pubblico interesse” la produzione di carta da giornali nel Paese, così come la sua distribuzione e commercializzazione. Cosa questa che secondo i principali giornali darebbe allo Stato il controllo sul suo principale introito.
Due settimane fa il governo aveva assestato un altro colpo al Grupo Clarin annullando la licenza di Fibertel, la sua principale impresa di servizi internet, detentrice di più di un milione di clienti
Gabriel Mariotto, il titolare della Autorità Federale dei Servizi di Comunicazione Audiovisuale (Afsca, il nuovo ente regolatore dei mezzi creato a partire dalla legge nuova di zecca), ha celebrato l’entrata in vigore della norma.
*Con questo si attacca la spina dorsale del monopolio. Con questo ci sono possibilità di avere pluralità e diversità*, ha assicurato in un’intervista a Radio 10.
Sebbene abbia chiarito che la Giustizia ancora deve pronunciarsi rispetto all’articolo 161, che dà alle compagnie un anno per cedere i loro mezzi in esubero, il funzionario considera che tale arco di tempo è in vigore a partire a adesso.
Traduzione dallo spagnolo di Giada Gentile.