A volte la speranza viene da fuori, questa volta viene dal mare.
Lo Sbarco di Genova rappresenta un grande gesto di solidarietà verso gli italiani in Italia, ma è anche un’esortazione a non rassegnarsi, a non abituarsi, a non pensare che non possa essere diverso.
“Insieme ad amici (non solo italiani) assistiamo seriamente preoccupati a ciò che avviene in Italia” si legge nel Manifesto del movimento, “campi Rom bruciati, provvedimenti di chiusura agli immigrati, aggressioni, aumento dei gruppi neofascisti, ronde, esercito nelle strade, chiusura degli spazi di libertà e di democrazia, leggi ad personam.
Questa sarà la nave dei diritti, che ricorderà la nostra Costituzione e la sua origine, laica e pluralista, la centralità della libertà e della democrazia vera, partecipata, trasparente:
dai luoghi di lavoro alle scuole, ai quartieri, ai servizi, al territorio.
Ricorderà che il pianeta che abbiamo è uno, è questo, questo è il nostro mare, di tutti i popoli.
Che chiunque ha diritto di esistere, spostarsi, viaggiare, migrare, come ha diritto che la sua terra non sia sfruttata,
depredata. Ricorderà che le menzogne immobilizzano, mentre la verità è rivoluzionaria.
Creiamo ponti, non muri.
È un grido di aiuto e solidarietà, che vogliamo unisca chi sta assistendo da fuori a un imbarbarimento pericoloso
a coloro che già stanno resistendo e non devono essere lasciati/e soli/e.”
La Nave dei Diritti ha già raccolto 1.600 adesioni:
dallo scrittore Erri de Luca ai premi Nobel Josè Saramago e Dario Fo, da Beppe Grillo a Roberto Vecchioni al jazzista Paolo
Fresu. Diverse associazioni antirazziste e movimenti si sono uniti al coro, tra questi, i No-
Tav, il Centro delle Culture, Rete scuole e molti altri.
Adesioni, firme, testimonianze e informazioni sulla partecipazione all’iniziativa sono
raccolti sul blog [www.losbarco.org](http://www.losbarco.org “www.losbarco.org”)